L'Inter respira a pieni polmoni un'aria di serenità ed ottimismo derivante dai buoni risultati ottenuti nel precampionato e soprattutto in una prima giornata che ha dato ulteriori segnali confortanti per il futuro della squadra di Spalletti. In molti hanno lodato l'atteggiamento della squadra che, per molti versi, è sembrato giocasse insieme da oltre un anno e non da un mese. Merito del tecnico che, in poco tempo, è riuscito a plasmare a propria immagine e somiglianza un gruppo di giocatori che dopo la scorsa stagione sembrava avesse ancora poco da dare all'Inter, sebbene gli innesti di Skriniar e Borja Valero diano l'impressione di pesare e non poco.
Le criticità
Chiamarli problemi può essere un azzardo o comunque irrispettoso, ma c'è da dire le cose come stanno quando si fa riferimenti a calciatori che ancora oggi sono sotto contratto con la società nerazzurra, ma che in alcun modo vengono ritenuti funzionali al progetto di Luciano Spalletti. I motivi, com'è noto, sono molteplici: ci sono quelli gestionali legati al fatto che l'allenatore si trovi a dover istruire la propria rosa con lo svantaggio di dover lavorare con un organico pletorico che favorirebbe la dispersione del lavoro, ci sono quelli economici perché tenere fermo un patrimonio contribuisce a svalutarlo e perché molto spesso si tratta di elementi che godono di stipendi da prim'ordine che pesano e non poco sul bilancio, ricordando come le spese per gli emolumenti vadano considerate doppie a causa delle imposte e dei così detti pagamenti al "lordo":
Situazione spinosa
Non mancano, perciò, le difficoltà nel piazzare i calciatori che non rientrano nei piani.
E fa specie che ad avere questo problema spesso siano calciatori che non hanno certo bisogno di presentazione come il montenegrino Jovetic. I motivi si possono rintracciare in diversi aspetti: primo fra tutti il suo stipendio non è per tutti e molte pretendenti si tirano indietro nel momento in cui si accorgono di poterselo permettere e soprattutto il calciatore dà l'idea di avere intenzioni precise.
L'esempio più eclatante arriverebbe dalla mancata cessione al Brighton: gli inglesi avrebbero offerto sedici milioni di euro per portarlo in Premier League, ma il calciatore ha riifutato facendo capire di non vedere di buon grado un trasferimento nella massima serie inglese, dove con la maglia del Manchester City ha dato l'idea di non andarci a nozze. La cessione sarebbe la "conditio sine qua non" per completare la rosa.