Luciano Spalletti teme un calo di concentrazione da parte dei suoi ragazzi nel match contro il Crotone e lo fa capire chiaramente. L’anno scorso l’Inter contro le squadre medio-piccole ha perso ben 19 punti: proprio in Calabria arrivò una sconfitta inattesa. “Certe gare erano interpretate come interlocutorie – spiega il mister – questo è un atteggiamento sbagliato perché tutte le partite devono essere giocate nel migliore dei modi, non solo gli scontri diretti”. Tanto più che gli avversari sono guidati da un tecnico che Spalletti stima molto, Davide Nicola, che ha la grande qualità di saper motivare i calciatori, spingendoli a seguire alla lettera i suoi dettami.

Evitare la presunzione

Il timore di Spalletti è chiaro: la scia di risultati positivi, che va avanti dalle amichevoli di preparazione al campionato, potrebbe trasformare la fiducia nei propri mezzi in presunzione: “Quando pensi di essere tra i primi della classe c’è meno disponibilità a migliorarsi”. Anche se fino ad ora, per il mister, la squadra ha affrontato le gare con il giusto atteggiamento: nell’ultima partita casalinga, ad esempio, i giocatori sono stati attenti, hanno rincorso quando necessario e si sono sacrificati. Del resto il tecnico di Certaldo ricorda come la Spal abbia giocato la propria gara, con i giusti fraseggi, iniziando spesso l’azione dal portiere e pressando alto. Questa è una dimostrazione di come il calcio italiano si stia adeguando ai livelli qualitativi europei.

Il mister punta sulla squadra

Questa volta Spalletti non fa anticipazioni sulla sfida con il Crotone, sottolineando come i giocatori gli stiano rendendo il lavoro difficile, allenandosi tutti con impegno. Il mister rimarca il concetto di squadra, per lui fondamentale: conta anche chi accetta un ruolo marginale, aiutando gli altri quando subentra, attraverso prestazioni di qualità (come ha fatto ad esempio Joao Mario nelle prime due gare): “L’Inter deve essere fatta da molti campioni, quindi mi aspetto il comportamento corretto da parte di tutti”.

Così in attacco, oltre ad Icardi e Perisic, verranno fuori anche gli altri, perché “il collettivo funziona e con i solisti non si raggiunge la Champions League”.

Il segreto di una buona difesa

Spalletti rispedisce al mittente l’idea che non avere le coppe da giocare aiuti nel campionato, visto che oramai tutte le squadre hanno un organico ampio per assorbire bene questi impegni.

Invece si sofferma sulla difesa: a parte i titolari, anche in questo caso è importante il lavoro di tutta la squadra. Quando si pressa bene, i difensori avversari hanno più problemi ad iniziare l’azione; quindi riuscire a dividersi i compiti permette agli attaccanti di ricevere in cambio la possibilità di poter svolgere più facilmente il loro compito naturale. Infine, nessuna risposta alla domanda sul trequartista: Spalletti non vuol dire se sta provando a fare con qualcuno quello che è già successo con la Roma, dove ha trasformato il ruolo di Nainggolan. Ma è chiaro a tutti che qualcosa bolle in pentola, anche se è ancora presto per vedere i risultati sul campo.