Risulta davvero difficile valutare il campionato dell’Inter delle ultime giornate: chi vuol vedere il bicchiere mezzo pieno si sofferma sul secondo posto in classifica a pari punti con la Juventus; i critici invece considerano il livello delle ultime prestazioni che hanno fatto registrare una certa involuzione del gioco. Infatti la qualità in campo sembra ancora molto lontana non solo da quella di Napoli e Juve, ma anche di squadre come Lazio e Roma, che incombono minacciose. Se si considerano le prossime due gare, quando dopo la pausa delle nazionali, ci sarà il derby con il Milan e l’insidiosa trasferta in casa della capolista, il rischio di un brusco risveglio dopo la serie di ottimi risultati sembra davvero plausibile, a meno che non si correggano alla svelta tutti quegli aspetti che ancora non vanno.

La difficile ripresa dopo la sosta

Il problema, come detto, è che Spalletti non avrà a disposizione la maggior parte dei ragazzi, fino a pochi giorni prima della sfida di San Siro. “La sosta è pericolosa perché i giocatori tengono molto alle nazionali e danno veramente tutto – spiega il mister – dopo c’è il tempo solo per un allenamento leggero, appena scesi dall'aereo". Il rischio che non si recuperi è alto, specialmente per una squadra che ha pochi ricambi. Inoltre c’è ancora molto da lavorare: la partita con il Benevento ha evidenziato i soliti limiti dell’Inter. Infatti, dopo una buona partenza e il vantaggio per due reti, grazie ad un ritrovato brozovic, la squadra è sembrata voler tirare i remi in barca e pensare solo a controllare il risultato, mentre gli avversari hanno iniziato a farsi più pericolosi.

Manca ancora la continuità

Spalletti chiarisce meglio quello che è successo: “Se proprio mentre stai tentando di segnare il terzo gol prendi una rete, improvvisamente aumenta l’insicurezza”. Il tecnico vuole sottolineare le cose buone fatte in campo, pur riconoscendo che è mancata una certa qualità, che la squadra si è allungata troppo, perdendo compattezza, e che alcuni giocatori, tra cui sicuramente Perisic, sono sembrati sotto il livello a cui ci hanno abituati.

Per il mister bisogna insistere ancora parecchio su certi punti, perché è difficile cambiare una certa mentalità in poco tempo e i ben noti cali di tensione agonistica, che hanno caratterizzato le prestazioni della squadra negli ultimi anni, devono scomparire. Ma l’allenatore nerazzurro non vuole sembrare troppo duro con i suoi che comunque devono essere orgogliosi della posizione raggiunta in classifica: “Nessuno ci ha mai regalato niente – conclude rivolgendosi ai critici, che ultimamente hanno spesso parlato di squadra brutta, ma fortunata – ogni successo che abbiamo raggiunto finora è pienamente meritato”.