L'accordo con l'entourage di Rafinha sarebbe stato raggiunto, la trattativa con il Barcellona non sembra presentare grossi ostacoli. La formula per il passaggio del giocatore brasiliano all'Inter è quella del prestito con il diritto di riscatto che il club catalano intende fissare sui 20 milioni di euro, mentre sul fronte nerazzurro ne sono stati offerti 18. Per quella cifra c'è l'ok del Barcellona, ma a condizione che il diritto venga trasformato in obbligo: insomma, le parti sono abbastanza vicine. Resta il dubbio sulle condizioni fisiche di Rafinha, reduce da un infortunio al ginocchio che lo ha tenuto lontano dall'attività agonistica per parecchi mesi: ci sono voluti due interventi chirurgici per tornare ad allenarsi con i compagni.

Il figlio più giovane di Mazinho (ex Lecce e Fiorentina) sembra guarito, ma la storia nerazzurra dagli anni '80 in poi è densa di acquisti che non hanno reso secondo le aspettative per problemi fisici, motivo per cui molti tifosi rumoreggiano. 'Rafinha è rotto', si legge su molte pagine social dedicate all'Inter ed il colpo di mercato definito, per l'appunto e poco elegantemente 'rotto' come se fosse un giocattolo con difetto di fabbrica fa parte delle paure ataviche dell'interista medio.

In principio fu Hansi Muller...

Oltre trent'anni di storia nerazzurra in effetti presentano alcuni casi emblematici su 'giocatori rotti'. Il timore di condizioni non ottimali fu quello che nel 1982 spinse la dirigenza dell'Inter a lasciar perdere un certo Michel Platini che nel 1978 aveva firmato un pre-contratto triennale con il club nerazzurro.

Successivamente il presidente Fraizzoli rinunciò al francese avendo ricevuto parere negativo sulla sua tenuta fisica: in effetti il futuro Le Roy aveva accusato un paio di infortuni piuttosto seri in quell'arco di tempo, tra cui la triplice frattura del malleolo nel 1979. Nel 1982 l'Inter dirotterà il suo interesse nei confronti del talento tedesco Hansi Muller: Platini andrà alla Juventus e scriverà il suo mito, Muller giocherà in nerazzurro due stagioni fortemente condizionate da contraddizioni tattiche (celebre il suo dualismo con Beccalossi) e, soprattutto, da un ginocchio malandato.

La leggenda metropolitana dell'Inter che prende 'giocatori rotti' nasce in quel periodo e viene ulteriormente alimentata dallo sfortunatissimo Ludo Coeck. Il forte centrocampista belga viene tesserato nel 1983 dall'Anderlecht: è un acquisto di prim'ordine, ma in nerazzurro molti tifosi lo vedono come un ripiego perché nel corso dell'estate la società era stata ad un passo dal prendere Falcao, poi mollato per 'intromissioni politiche' (addirittura Giulio Andreotti ammetterà anni dopo di 'essersi messo in mezzo' per far rimanere il brasiliano alla Roma).

Morale della favola, la stagione di Coeck sarà un calvario, interamente condizionata da continui problemi fisici: uno stiramento muscolare, un problema alla caviglia, fino alla diagnosi di un'anomalia all'anca. Tornerà in Belgio nel 1985 e nel mese di ottobre perderà la vita in un incidente stradale a Rumst, tra Anversa e Bruxelles.

I malanni del panzer, la 'scommessa' del guerriero ed il 'no' al 'tacco di Allah'

Ad onor del vero, sebbene sia stato uno degli attaccanti più amati tra coloro che hanno vestito la maglia dell'Inter negli anni '80, sono stati diversi i problemi fisici accusati da Karl Heinz Rummenigge nel suo triennio all'Inter, dalla stagione 1984/85 a quella 1986/87. Ciò non gli ha impedito di imporsi ed essere protagonista, ma soprattutto nell'ultima annata i suoi possenti muscoli lo hanno spesso tradito.

Il panzer non era nuovo a frequenti infortuni, un ginocchio malconcio aveva caratterizzato per intero la sua esperienza con la Nazionale tedesca ai Mondiali di Spagna 1982 (nei quali realizzò comunque 5 gol). Nella stagione 1986/87, l'ultima di Kalle in nerazzurro, la dirigenza interista si era assicurata le prestazioni dell'esperto Daniel Passarella che fu a rischio di un 'taglio' anticipato nell'estate del 1986. Ai Mondiali messicani con la propria Nazionale, il difensore argentino venne colpito dalla celebre 'vendetta di Montezuma', un virus intestinale che si sviluppò in forma grave e lo costrinse al ricovero in ospedale. Lo stesso 'guerriero' rassicurò l'Inter (che stava già cercando sul mercato l'alternativa, visto i dubbi sulle condizioni di salute del nuovo acquisto) ed il suo recupero fu prodigioso: per lui una parentesi di due anni sicuramente positiva, a testimonianza che almeno in quella circostanza la scommessa fu vinta.

La stessa dirigenza della Beneamata non se la sentì di rischiare nell'estate del 1988, dopo l'acquisto del talentuoso algerino Rabah Madjer le cui visite mediche evidenziarono un problema muscolare. Il contratto non venne mai firmato ed il 'tacco di Allah' fu rispedito al Porto dove avrebbe giocato altre tre stagioni senza alcun infortunio. Poco male per l'Inter che prese Ramon Diaz, protagonista dello scudetto dei record nella stagione 1988/89.

Infortuni celebri

In determinate stagioni, la sfortuna si è davvero accanita sul club nerazzurro. L'attaccante Davide Fontolan era stato uno dei colpi pregiati di mercato della stagione 1990/91, si romperà il crociato anteriore durante un'amichevole estiva e salterà per intero la sua prima annata con la maglia dell'Inter.

L'infortunio tristemente più celebre per la sua estrema drammaticità è senza dubbio quello di Ronaldo nella finale di Coppa Italia della stagione 1999/2000: il Fenomeno veniva già da un lungo stop, entrò in campo nella ripresa ed alla prima azione di gioco il suo tendine rotuleo malandato andò praticamente in frantumi. La parentesi dell'attaccante brasiliano in nerazzurro è stata comunque segnata da frequenti problemi fisici, dopo la prima straordinaria stagione 1997/98, ma quella con Marcello Lippi in panchina sarà un'annata invero storta per tutta la squadra se consideriamo che il tecnico viareggino sarà costretto a rinunciare spesso alle altre stelle, Vieri e Roberto Baggio, alle prese con frequenti malanni muscolari, e dovrà inoltre fare i conti con le condizioni ormai logore di giocatori come Jugovic e Paulo Sousa che lui stesso aveva fortemente voluto in nerazzurro.

Se poi parliamo di annate contrassegnate da infortuni a catena, non possiamo non citare la stagione 2012/2013 con Andrea Stramaccioni in panchina: un avvio promettente poi vanificato da un netto calo nel quale peseranno le assenze a turno di quasi tutti i punti cardine della squadra ad iniziare da Diego Milito che subirà una doppia lesione al legamento crociato anteriore e al collaterale esterno in un match di Europa League e sarà costretto a sette mesi di stop forzato.

I casi Kanu e Fadiga

Un capitolo a parte meritano due acquisti nerazzurri, entrambi talenti del calcio africano. Nell'estate del 1996 l'Inter aveva acquistato dall'Ajax l'attaccante Nwankwo Kanu, reduce da una straordinaria Olimpiade le cui prodezze avevano portato la Nigeria a vincere la medaglia d'oro.

Durante le visite mediche di routine gli venne diagnsticata una disfunzione congenita al cuore: sarà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per la sostituzione di una valvola aortica che sarà pagato dal presidente nerazzurro Massimo Moratti. Kanu tornerà in campo nel 1998, ma le sue prestazioni con l'Inter saranno comunque deludenti: sarà ceduto all'Arsenal nel gennaio del 1999. Un caso simile riguarderà il centrocampista senegalese Khalilou Fadiga acquistato dal club milanese nella stagione 2003/2004: nel corso delle visite mediche verranno evidenziati problemi cardiaci che, a differenza di Kanu, comprometteranno la sua carriera.