L'eliminazione dell'Italia dal mondiale ha acuito ancor più la crisi che attanaglia tutto il movimento calcistico che, spesso, deve fare i conti con la mancanza di risorse finanziarie, vero e proprio punto dolente di tutto il sistema. Se aggiungiamo la crisi istituzionale che ha investito i vertici federali con la mancata nomina di un presidente e il seguente commissariamento da parte del CONI, avremo un quadro abbastanza deficitario dell'attuale momento. La nomina di Roberto Fabbricini, voluta dal Presidente Giovanni Malagò, non può rappresentare solo l'ultima spiaggia per il risollevamento delle sorti dell'Italia pallonara, ma deve essere intesa come voglia di riformare profondamente il sistema.
In particolare, secondo la redazione di TMW, il nuovo commissario in accordo con il Presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, dovrebbe prendere in esame alcune proposte concrete che darebbero nuova linfa ai campionati di Serie C.
Cinque proposte per la Lega Pro
Sono 5 le proposte che vengono lanciate per un format, qualitativamente, migliore che tenga conto delle necessità dei club ma che imponga, altrettanto, regole più severe senza eccezioni per nessuno. In sintesi, si potrebbero così riassumere:
a) Stop ai ripescaggi e attenta verifica della situazione economica-finanziaria dei club, con l'istituzione di un fondo da parte di ogni singola società a garanzia del budget annuale;
b) limitare a due gironi da venti squadre ciascuno il numero delle squadre che partecipano ai campionati;
c) riformare il meccanismo delle promozioni in serie B, con le due vincitrici dei gironi e assegnare altri due posti attraverso i play off e il torneo di Coppa Italia in modo da rendere quest'ultimo più avvincente e spettacolare e fonte di maggiore incassi;
d) non modificare il numero delle attuali retrocessioni;
e) istituzione di un paracadute che, similmente, a quanto avviene per le squadre che retrocedono dalla serie A alla B, contribuisca a rendere meno doloroso il budget dei club che scendono di categoria dalla serie cadetta in Lega Pro.
Tornare al semiprofessionismo
L'applicazione dell'ultimo punto dovrebbe, in teoria, evitare altre gestioni fallimentari come quelle di Modena e Vicenza, tenendo sempre sotto controllo la veridicità dei conti evidenziati dai club. Solo, così, la serie C tornerebbe ad essere quel serbatoio di giovani talenti destinati ai club di serie A e B, un ritorno al semiprofessionismo tanto invocato da Gravina per evitare il definitivo fallimento della categoria.