Il Corriere dello Sport ha rilanciato le dichiarazioni di Mauricio Pochettino secondo cui "alla Juventus sono specialisti, sono abituati a vincere e mettere pressione all'arbitro. Sono abituati ad avere il loro proprietario nel corridoio, nel tunnel prima e durante la partita". Parole piuttosto pesanti, soprattutto perché pronunciate non da uno dei numerosi allenatori o dirigenti che quasi ogni fine settimana segnala i condizionamenti a cui sarebbero sottoposti gli arbitri e rimarca i loro errori quando in campo contro la propria squadra scende la Juventus, ma dal coach di una formazione della Premier League appena eliminata in Champions.

Possiamo esaminare le dichiarazioni di Pochettino da più punti di vista.

L'arbitraggio di Tottenham-Juve

L'arbitraggio di Tottenham-Juve è stato considerato pressoché unanimemente penalizzante per i bianconeri, che hanno rischiato di essere eliminati sia per la mancata concessione di un evidentissimo rigore (che anche Pochettino ha considerato tale nelle sue dichiarazioni) nel primo tempo, sia soprattutto per la mancata rilevazione della posizione irregolare di Kane al momento del colpo di testa che nel recupero ha colpito il palo sfiorando il pareggio: fosse entrato in rete quel pallone, la beffa sarebbe stata clamorosa. Pochettino tuttavia rileva che ci sarebbero stati due falli di mano in area del Tottenham.

Entrambi gli interventi sono stati di Chiellini, ma si è trattato con evidenza di falli involontari. Nel primo caso Chiellini cade, saltato in dribbling da Kane, sfiora la palla, ma non la allontana, come pure avrebbe potuto, lasciandola nella disponibilità del centravanti inglese che ha tutto il tempo per tirare (fuori di poco).

Nel secondo caso lo stesso Chiellini ribatte con la coscia e la palla rimbalza sul braccio mentre il difensore cade, nel più classico dei rimpalli involontari. Non sembrano esserci davvero gli estremi per il rigore. Le ammonizioni comminate (4 alla Juve 3 al Tottenham) sono sembrate tutte corrette e non a senso unico. Anzi: Verthongen, il centrale belga del Tottenham, è stato ammonito per un fallo su Dybala pochi minuti dopo aver atterrato Costa in area nell'occasione del rigore non assegnato: se l'arbitro non avesse commesso il primo errore, sarebbe stato dunque secondo giallo ed espulsione.

In verità anche nello studio di BT 2 Franck Lampard e Steven Gerrard, due campioni del calcio inglese chiamati a commentare durante l'intervallo, non avevano avuto dubbi a censurare l'operato dell'arbitro in occasione del mancato rigore su Costa. Ecco le parole di Lampard riportate dal Daily Mail: "He gets two contacts on both legs. There is no excuse from the referee. Tottenham didn’t deserve that, but it is a penalty"

La Juve e gli arbitri

La Juve peraltro non è mai stata particolarmente fortunata con gli arbitri in Europa: basti ricordare gli errori in serie all'andata e al ritorno durante l'ottavo di finale perso con il Bayern due anni fa, compreso un clamoroso gol regolare annullato a Morata nel primo tempo all'Allianz Arena, oppure, per andare molto indietro nel tempo, quelli delle finali del '97 e del '98, quest'ultima persa per una rete di Morientes in evidente fuorigioco.

La Juventus non è solita lamentarsi degli arbitri (lo fece pubblicamente Marotta dopo la sfida con il Bayern, ma non si trattò di un'uscita particolarmente felice), Allegri non commenta mai gli episodi arbitrali, la società non risponde mai alle polemiche sollevate settimanalmente sui media. Indubbiamente la vicenda calciopoli ha avuto un effetto importante sull'immaginario collettivo, probabilmente anche all'estero, ma basta questo per giustificare le dichiarazioni di Pochettino?

Juve e Tottenham, le società e il campo

Sfogliando i giornali inglesi notiamo che il Guardian sottolinea come Pochettino "non ha criticato la Juventus per il suo tentativo di guadagnare un appoggio; piuttosto ha detto che "la Juve ha dato al Tottenham un'importante lezione su come comportarsi".

In altre parole la presenza dei dirigenti bianconeri nel tunnel degli spogliatoi e le rimostranze verso l'arbitro sarebbero, secondo Pochettino, non da censurare, ma da prendere ad esempio per la sua società, ancora inesperta a livello internazionale. Sicuramente la maggiore esperienza internazionale è un elemento che ha pesato a favore della Juve nella doppia sfida e forse anche questo tipo di comportamento, oltre alla grande tenacia e tranquillità dei veterani in campo anche nei momenti di difficoltà ha contribuito al successo dei bianconeri. Protestare in modo civile non è sbagliato, né si tratta di una forma di pressione particolarmente severa, tanto più che gli errori più gravi dell'arbitro sono stati tutti a sfavore della Juve.

Crediamo, però, che vadano evitati gli atteggiamenti aggressivi nei confronti del direttore di gara, come si vedono spesso in campionato, e come si sono visti anche subito dopo il clamoroso errore di Marciniak. Su questo tipo di comportamento gli arbitri dovrebbero essere meno tolleranti ed estrarre il cartellino in caso di proteste reiterate, anche se non accompagnate da insulti o gesti offensivi.

Champions, poteri e arbitri

Che gli arbitri possano essere condizionati nelle partite internazionali dal blasone delle squadre più prestigiose è possibile, ma resta indimostrabile. Nel caso della Juve poi, sicuramente non c'è stato un vantaggio evidente a Wembley, ma piuttosto potenziali danni, anche se ad onor del vero dovremmo considerare anche che nella partita di andata il primo gol di Higuain è stato segnato in fuorigioco.

Un errore piuttosto grave, anche perché probabilmente decisivo, che ha caratterizzato anche l'andata della supersfida fra Real e PSG, allorché i francesi si sono visti negare un rigore abbastanza netto per fallo di mano di Ruiz mentre erano ancora in vantaggio 1-0.

Pochettino ha così concluso le proprie dichiarazioni: "Maybe we need to learn how we put pressure on the referee. In this type of game every minimal detail can help you to win.” Può essere che sia così. Da un lato, le sue parole sembrerebbero più un messaggio alla propria società che una vera polemica contro gli avversari; dall'altro lato, per quel che si è visto sul campo, non sembra davvero che le 'pressioni' dei dirigenti bianconeri siano state decisive per compiere l'impresa.