Il colpo di testa di Müller sul cross dell'ex Coman e quello di Kane (partito però in fuorigioco non segnalato) su cross di Davies (con l'ex Llorente nei paraggi): entrambi in pieno recupero, il primo in rete, il secondo sul palo e poi spazzato via sulla linea da Barzagli. E' questa la differenza fra gli ottavi di due anni fa perduti all'Allianz Arena e quelli superati con una rimonta molto simile ieri sera a Wembley? Forse. Nei supplementari sarebbe forse finita come a Monaco, ma a Wembley la Juventus ha invece replicato imprese passate, come ad esempio la semifinale di Uefa dei 1995 con il Dortmund (2-2 in casa, 2-1 in Germania con le reti di Kohler e Roberto Baggio), quella di Champions del 2003 con il Barcellona (1-1 e 2-1 con rete di Zalayeta nei supplementari) e cancellato per sempre l'amarezza bavarese.

Sofferenza ed errori arbitrali

La Juve ha sofferto per tutta la partita, come e più che all'andata: dominata dagli Spurs nel primo tempo, andati in vantaggio con Son all'ennesimo affondo, con un tiro sporco che ha ingannato Chiellini e Buffon, anche ad inizio ripresa ripresa la Juve ha sbandato, ma non è stata travolta. Dopo un'ora di gioco e zero tiri nello specchio, Allegri è stato capace di cambiare la partita inserendo due terzini, Asamoah per Matuidi (poco preciso e affaticato) e Lichsteiner per l'acciaccato Benatia, che hanno immediatamente messo in crisi la fase difensiva dei padroni di casa. Da un cross di Lichtsteiner è arrivato l'assist di testa di Khedira (ottima la sua partita) per il pareggio di Higuain, ma soprattutto è divenuta costante la pressione sulla fascia destra, settore in cui nel primo tempo il coreano Son aveva fatto il bello e il cattivo tempo, facendo impazzire Barzagli.

Il finale è stato sofferenza pura, fino al palo di Kane: se fosse entrato, sarebbe stata beffa ancora più atroce, dato che l'attaccante inglese era partito in posizione irregolare non rilevata dal guardalinee. La Juve ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, compresi gli errori arbitrali (clamoroso il rigore non concesso a Douglas Costa nel primo tempo), ha saputo alleggerire la pressione e contrastare i tiri del Tottenham occupando gli spazi centrali con densità e grande concentrazione.

Da applausi l'intervento di Chiellini in scivolata sull'assist al volo di Son e quello già citato di Barzagli sulla linea nel recupero. Straordinario l'impegno a contrastare i tiri degli Spurs, che sono stati in totale 22, di cui ben 8 respinti dai difensori e solo 6 nello specchio (fonte Uefa.com).

Higuain-Dybala-Costa trio delle meraviglie

Ma sono soprattutto i campioni dell'attacco ad aver trascinato la Juve nei quarti. Ammirevole la partita di Higuain, al rientro dall'infortunio. Sempre pronto ad alzare la squadra con il pressing nel primo tempo, disponibile ovunque a fornire un appoggio per far risalire la squadra, il Pipita ha messo a segno un gol di rapina a centro area e un assist meraviglioso che ha lanciato Dybala solo davanti a Lloris per il gol del 2-1. Stremato anche per il grande lavoro difensivo, Higuain è uscito per Sturaro, meritandosi gli applausi dei cinquemila tifosi ospiti. Dybala ha faticato in questa partita fisica e con pochi spazi in avanti, ma quando ha avuto l'occasione l'ha sfruttata da grande campione, colpendo con freddezza e precisione.

Ma il migliore in campo è stato di gran lunga Douglas Costa, capace di gettare scompiglio da solo nella difesa del Tottenham per tutta la partita, ma sempre disponibile anche nei ripiegamenti difensivi e nel giocare la palla con qualità nella trequarti bianconera. Una partita straordinaria per intensità e qualità, quella del brasiliano, che è ormai una pedina irrinunciabile nelle sfide importanti.

Gioia velata di tristezza e rispetto

Al fischio finale è esplosa la gioia dei bianconeri, in particolare dei senatori, da Chiellini a Barzagli a Buffon, che prolunga così la sua avventura ventennale a caccia della coppa dalle grandi orecchie. Ma ai microfoni di Mediaset la gioia di Chiellini è apparsa contenuta, le sue parole per Davide Astori toccanti e applaudite da tutto lo studio.

Così la serata si è chiusa come era iniziata: il silenzio assoluto dei novantamila di Wembley durante il minuto dedicato a Davide ha fatto rabbrividire assai più delle reti sfiorate dagli inglesi. Perché, come dicevamo alla vigilia, la vittoria o la sconfitta questa sera hanno un sapore diverso, più leggero, molto relativo.