Sembrava un deja vu: l'impresa della Roma contro il Barcellona riprodotta quasi col ciclostile dall'altra squadra italiana approdata ai quarti di Champions. Per 92 minuti la Juventus di Massimiliano Allegri ha disputato la partita perfetta, beffata a 30 secondi dalla fine da un rigore dubbio assegnato al Real e messo nell'angolo in alto a sinistra della rete dal solito Cristiano Ronaldo.

Il sogno

Al Bernabeu di Madrid tutto era cominciato nel migliore dei modi. Gigi buffon aveva chiesto ai suoi una partita seria, "Se usciamo continuo a giocare" li aveva ironicamente spaventati, invitandoli a entrare in campo col piglio giusto, consapevoli della difficoltà dell'impresa, certo, ma forti anche dell'idea che per ottenere il massimo risultato da una partita bisogna giocarla con la massima dignità.

E la dignità i giocatori bianconeri, ieri sera al Bernabeu, ce l'hanno messa tutta.

Dignità, gioco, tattica, quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Il match, a livello psicologico, era complicatissimo: rimontare il 3-0 subito in casa all'andata sembrava un'impresa titanica ai limiti dell'impossibile. Invece Mandzukic e compagni ci hanno creduto fin dall'inizio: è stato proprio grazie a una doppietta del calciatore croato che la Juventus ha potuto chiudere il primo tempo sul 2-0, col petto gonfio di speranze di gloria, come quelle che hanno invaso le strade di Roma la scorsa notte.

La semifinale di Champions, dopo i due goal di Mandzukic e quello di Matuidi (a inizio ripresa su papera del portiere Navas), sembrava essere di colpo a portata di mano.

Lo 0-3 subito a Torino ribaltato al Bernabeu: non un sogno, ma la realtà.

Il risveglio

I supplementari erano lì, praticamente arrivati. Il Real aveva giocato, provato, tirato, sbagliato, preso traverse, ma a segnare non c'era riuscito nemmeno Ronaldo. Su quel 3-0 inflitto dai bianconeri c'erano anche un paio di belle parate del capitano Gigi Buffon, in gran forma.

E poi i tre minuti di recupero. Passa il primo. Passa il secondo. I supplementari sono lì a un passo, poi forse i rigori e poi chissà.

Mancano trenta secondi al fischio dei tempi regolamentari. Il Real attacca massiccio in area juventina. I tifosi non fanno in tempo a esultare per l'ennesima parata di Gigi Buffon che sentono il telecronista gridare il rigore per il Real Madrid.

Probabilmente il rigore c'era, ma subirlo all'ultimo secondo dell'ultimo minuto del secondo tempo, dopo aver rimontato tre goal ai campioni d'Europa in carica è una beffa troppo grande, un destino troppo ingiusto perfino per Buffon, che si fa prendere dalla rabbia e rosso in volto si spertica in proteste non da lui contro l'arbitro.

Da bambino, ha sempre detto Buffon in un'intervista, avrebbe pagato per disputare l'ultima partita europea contro una squadra così importante come il Real, ma certo non avrebbe mai meritato di chiuderla con un cartellino rosso: l'ennesima beffa che gli ha riservato la Champions League.

La Juve che ha giocato una partita bellissima torna a casa a testa alta, beffata all'ultimo secondo da un rigore messo a segno dal solito Cristiano Ronaldo. E Buffon? Sarà davvero con un'espulsione che si concluderà la sua carriera europea?