Così Luciano Spalletti pronuncia quelle parole che forse qualcuno non si aspettava,in un intervista rilasciata a Matteo Brega della Gazzetta dello Sport in quel di Castel Fiorentino, in occasione di un evento commemorativo in ricordo di Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, i due giovani juventini scomparsi nel dicembre 2006 dentro il centro sportivo bianconero. Spalletti lancia due messaggi chiari alla vigilia di Lazio-Inter, la partita che vale una stagione in un contesto di sensazioni molto vicine al famigerato 5 Maggio 2001.

Chi sottovaluta gli avversari non è ad Appiano

Lucianone torna sul match contro il Sassuolo e ribadisce di aver apprezzato l'impegno della squadra, ne lui ne i calciatori hanno mai sottovalutato l'avversario,chi lo ha fatto bisogna cercarlo lontano da Appiano Gentile. Effettivamente i titoli della stampa che parlavano di goleade, hanno reso un cattivo servizio alla squadra in termini soprattutto di aspettative. La frenesia con cui l'Inter è entrata in campo lo ha dimostrato, come la sequela di occasioni sprecate,i giocatori dovevano pensare solo a vincere, non a stravincere.

Icardi ha solo meriti

Paradossalmente il post partita vissuto dai tifosi sui social è stato,almeno all'apparenza, molto diverso da quello vissuto dai tifosi presenti allo stadio, che comunque hanno applaudito al termine dell'incontro i nerazzurri.

Certo la delusione è stata cocente ma il proliferare di post in cui si è vista una pessima Inter, senza attributi sono ingenerosi e francamente poco aderenti a ciò che si è visto sul campo. Ed è in questa ottica “social” che Spalletti ha voluto tendere la mano a Mauro Icardi, capitano e bomber di razza dai numeri strepitosi che ha detrattori in casa interista ed estimatori altrove.

Seppure il tecnico nerazzurro,abbia spesso chiesto al calciatore un maggiore contributo al di fuori dell'area di rigore.

Il mister è stato estremamente chiaro: se la squadra è alle porte della Champions lo deve per la maggior parte alle performances di Maurito: “Mauro non ha demeriti, solo meriti”. Contro il Sassuolo forse la cosa più preoccupante non sono stati gli errori ( e i miracoli di Consigli) ma non si è visto il trascinatore che abbiamo ammirato contro la Juventus.

Spalletti - giustamente - vuole far sentire ad uno dei nerazzurri di maggior classe della squadra, appoggio e considerazione, perché piaccia o meno la qualificazione in Champions League passa dall'argentino.