Un mancato giudizio di cui si era avuto sentore negli ultimi giorni e che lascia molti dubbi a tifosi ed appassionati. Il Tribunale Federale Nazionale della Figc ha comunicato stamane attraverso una nota l'esito del deferimento formulato dalla Procura Federale presieduta da Giuseppe Pecoraro nell'udienza preliminare andata in scena a Roma nella giornata di martedì 17 luglio. In quel frangente la richiesta formulata nei confronti delle società Chievo Verona e Cesena, implicate nel processo legato a presunte "plusvalenze fittizie" era stata di pena "afflittiva" pari a quindici punti da scontare nel campionato appena concluso.

Un mancato procedimento nei confronti del Chievo Verona che ha lasciato l'amaro in bocca a molti anche alla luce della condanna del Cesena, con un'accusa accolta ma non in modalità "afflittiva" e quindi da scontare nel prossimo torneo.

Un vizio di forma "salva" i clivensi

A rendere il boccone ancora più amaro per la società calabrese il vizio di forma legato alla mancata audizione da parte della Procura Federale del presidente del club gialloblu Luca Campedelli. Un errore grossolano che ha così permesso al Chievo Verona di "salvarsi" momentaneamente dal giudizio del TFN. Un nuovo autogol commesso dal Procuratore Giuseppe Pecoraro che già in passato è stato avvezzo a errori di procedura. Un caso quello delle plusvalenze che farà storia giuridica per lo meno nell'ambito della giustizia sportiva.

Nessun dubbio sui fatti anche alla luce della condanna in primo grado comminata al Cesena, molti dubbi invece sulle modalità dell'arrivo alla mancata sentenza vista la fuga di notizie che aveva annunciato già nella serata di martedì 17 luglio attraverso le televisioni il vizio di forma che ha inficiato l'intero procedimento.

Il Crotone promette battaglia

Come evidenziato con diversi comunicati rilasciati nei giorni precedenti dal Crotone Calcio, il processo a carico del Chievo Verona sembra essersi chiuso "temporaneamente" in un nulla di fatto, lasciando il club del presidente Gianni Vrenna con un pugno di mosche in mano. Tra delusione e voglia di far valere i propri diritti, la società pitagorica ha comunicato nell'immediatezza della mancata decisione la volontà di perseguire ogni strada percorribile per tutelare la sua immagine.

In questa ottica sembra prendere forma la richiesta di una istanza di procedimento nei confronti del Chievo Verona, questa volta priva di cavilli giuridici, da svolgersi entro la prima settimana di agosto, al più tardi entro la prima decade del mese.