Un nuovo capitolo sembra essere stato tracciato in una storia che ormai appare senza fine. Tema cruciale lo Stadio Comunale "Ezio Scida", impianto di gioco del Crotone Calcio, formazione calabrese alle prese con la nuova stagione di Serie B dopo essere retrocessa al termine dell'ultimo campionato di massima serie.

Una problematica che si trascina avanti da diversi anni, nata dal puntiglio di una scelta politica ponderata ma soprattutto cinica, volta a portare alla chiusura incondizionata dell'impianto sportivo cittadino. Al suo posto secondo quanto paventato dalla Soprintendenza ai beni archeologici dovrebbero sorgere degli scavi che possano portare alla luce alcuni manufatti legati all'Antica Kroton, scavi dei quali non si hanno né un programma a tempo e né un finanziamento.

Lotta tra poveri

Quella che sembra svelarsi agli occhi dell'Italia sembra una vera e propria lotta tra poveri: da una parte i tifosi, in cerca di svago settimanale e soprattutto di rivalsa sociale che attraverso lo sport provano a recuperare parte dell'orgoglio calpestato da anni di gestione senza senso a tutti i livelli, dall'altra invece, il Mibact presieduto da Mario Pagano.

Osservatori compiaciuti invece alcune componenti della maggioranza di Governo, elette dagli stessi tifosi che da settimane invocano la loro presenza affinché si possano inserire come parte mediatrice nella vicenda, ma che invece di gettare acqua, hanno continuato ad attizzare il fuoco che sembra aver causato un vero e proprio incendio incontrollato.

Un tutti contro tutti, dove a perdere sarà nuovamente la città di Crotone, dove nessuno potrà mai andare orgoglioso di essere stato parte della causa scatenante della chiusura del calcio a Crotone, e dove forse qualcuno un giorno capirà che nella storia della città si possa, e soprattutto si debba, entrare come risolutori dei problemi creati dagli altri, da vincitori, e non come fomentatori delle mancanze altrui per cavalcare l'onda della contestazione.

Stop all'agibilità dello stadio

Nella giornata di giovedì 23 agosto la doccia fredda sembra essere arrivata dalla commissione di vigilanza pubblici spettacoli, che preso atto delle prescrizioni formulate dal Mibact e appurata la cessazione dei termini relativi alla concessione di utilizzo dell'area per l'allocazione di strutture modulari amovibili ha revocato l'agibilità alle parti interessate.

Così viene meno, secondo le ultime indiscrezioni, l'agibilità dell'intero impianto che in attesa di novità sembra destinato a rimanere desolatamente abbandonato se non si giungerà ad una decisione politica di buon senso.

Un campionato in esilio, un'eventualità che i tifosi non vogliono nemmeno immaginare rimanendo speranzosi nelle istituzioni e nel buon senso di chi, forse è tempo che inizi a metterci la faccia e inizi a lavorare per i cittadini che rappresenta e dai quali ha avuto fiducia.

Occorre risolvere i problemi e non per crearne di nuovi per mettere in difficoltà la parte politica rivale.