Un colpo di scena ieri, presso lo Stadio San Siro, dove la squadra di Spalletti viene condannata alla seconda sconfitta in campionato da un gran gol del giovane Dimarco, terzino di proprietà nerazzurra quest'anno in prestito ai gialloblù.

Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Federico desiderava tanto una maglia da titolare contro la sua squadra del cuore, ma ancora una volta ad attenderlo c’era quel posto in panchina che in queste giornate ha occupato per troppo tempo, lasciando spazio a Gobbi. Solo 11 i minuti in campo in queste prime giornate, troppo pochi per il terzino goleador dell’under 21.

Poi la grande occasione. Il mister D’Aversa lo chiama per il riscaldamento, entra proprio al posto di Gobbi che ha riportato un taglio al piede.

Lo attendono 45 minuti contro la “sua” squadra, quella che non gli ha mai dato troppa fiducia. Entrato bene in partita si rende protagonista al 56’. Perisic si invola verso l’area di rigore dopo un’azione individuale, scocca il tiro ma il gol gli viene negato sulla linea proprio dal nuovo entrato. Dimarco forse salva il Parma toccando con il braccio, ma l’arbitro non rileva l’infrazione. Poi il capolavoro. Al 79’ il gioiellino gialloblù riceve palla da fuori area e dopo aver alzato lo sguardo, scaglia un violento sinistro verso la porta di Handanovic che, impietrito, guarda la palla infilarsi alle sue spalle.

Un gol da cineteca, nel segno del suo idolo Roberto Carlos, con cui regala i 3 punti ai Ducali.

Un segnale all’amore di una vita

Dimarco approda all’Inter già all’età di 8 anni, con il sogno di vestire quella maglia che fu di Bullet Man. Da quel momento inizia un lungo percorso fino all’approdo nella Primavera nerazzurra e grazie al suo talento conquista la maglia della Nazionale in tutte le selezioni giovanili, arrivando secondo all’Europeo di categoria sia con l’U-17 che con l’U-19, mostrando una notevole capacità nei calci da fermo.

Il paragone con Roberto Carlos si fa più insistente, quel mancino sui calci piazzati è davvero velenoso. Nel 2014 esordisce tra i professionisti all’età di 17 anni. Mancini lo manda in campo in Europa League contro il Qarabag e nell’ultima di campionato contro il Bologna, prendendo il posto di Rodrigo Palacio. In seguito lo aspetta qualche anno lontano dalla sua amata Inter: i prestiti all’Empoli e all’Ascoli, la cessione al Sion.

La dirigenza non sembra credere in lui, il sogno sembra svanire, ma poi intravede uno spiraglio di luce.

Viene richiamato alla corte di Spalletti, ma Asamoah, Dalbert e D’Ambrosio sono già abbastanza per quel tassello sinistro della difesa a 4 che Federico vede ancora una volta allontanarsi, quindi viene ceduto nuovamente in prestito, questa volta al Parma. L’avventura con i gialloblù non sembra garantirgli quella continuità di cui ha bisogno ma, all’improvviso, proprio contro l’Inter si presenta l’occasione della vita che lui coglierà, sempre con umiltà.

Dopo il gran gol iniziano i proclami ma Federico Dimarco respinge ogni paragone, ogni consacrazione. La stagione è ancora lunga ma chissà, forse il gol all’Inter non è stato semplice casualità, ma un forte segnale per quella società che non ha ancora creduto fortemente in lui.