Il campionato italiano è ripartito dopo la lunghissima sosta invernale e, come da copione, sono riesplose le polemiche sul Var. Anzi, per la precisione questa volta le polemiche sono state per l'utilizzo parsimonioso della tecnologia, che secondo gli addetti ai lavori avrebbe dovuto essere usata in diversi episodi. Il protocollo attuale dà un'ampissima discrezionalità sull'uso del VAR al direttore di gara, che ne ha sempre l'ultima parola sull'utilizzo. Le polemiche più forti delle ultime settimane sono avvenuto durante la finale di Supercoppa Italiana quando era sicuramente da assegnare il rigore quasi allo scadere per un’entrata di Emre Can su Conti: il giocatore della Juventus è infatti poco cauto e non tocca mai il pallone.

La colpa, Banti, la divida pure con il VAR Guida poichè il fatto che sia una valutazione dell’arbitro centrale, non gli vieta di intervenire.

L'utilizzo del VAR in Serie A

Il VAR può essere usato esclusivamente in quattro casi, ovvero segnatura di un gol, calcio di rigore, espulsione diretta e non per somma di ammonizioni ed errore d'identità.

Gli arbitri addetti al sistema sono il VAR e l'AVAR, i quali devono essere in continua comunicazione via radio con l'arbitro in campo.

Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi: il VAR e l'AVAR richiamano l'arbitro informandolo che stanno rivedendo un episodio; il VAR e l'AVAR rivedono le immagini video, spiegando all'arbitro cosa è successo; l’arbitro, potrà decidere di avvalersi del video a bordo campo, controllando cosa è effettivamente accaduto.

Infine, la decisione finale spetta all'arbitro.

Il sistema è entrato poi in vigore nella stagione 2017/2018, dove è stato usato per la prima volta nell'assegnazione di un rigore alla prima giornata.

Le parole di Gravina in merito al 'challenge'

Secondo quanto riportato dall'Ansa, Gravina ha affermato che l'uso del VAR deve essere costante e continuo, dicendo anche che prima o poi si arriverà a due chiamate da parte delle società.

Secondo il Presidente della FIGC questo toglierebbe di mezzo qualsiasi polemica sull'utilizzo del VAR. La soluzione proposta da Gravina ricorda il 'video-check' della pallavolo, infatti nel campionato italiano i giudici di linea sono stati sostituiti dal sistema video-check.

Il supporto tecnologico può essere richiesto da uno dei due Allenatori in panchina entro 7 secondi dal termine dell'azione. Dunque in questo caso sono le società a decidere se e quando avvalersi del sistema tecnologico, un pò come auspicato dal Presidente della FIGC