Per il momento Luciano Spalletti non è a rischio, questa la posizione ufficiale dell'Inter a 24 ore di distanza dalla clamorosa sconfitta casalinga contro il Bologna, la terza nelle ultime quattro gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia. Il destino del tecnico però è strettamente legato alle prossime due partite, la trasferta sul campo del Parma in campionato e quella sul terreno del Rapid Vienna in Europa League. Difficile, in caso di ulteriore flop, che il tecnico salvi la panchina. Per certi versi l'involuzione nerazzurra è inspiegabile: quella di Spalletti non era certamente una corazzata, ma in questo momento sembra una nave in tempesta con l'equipaggio prossimo a salire sulla prima scialuppa disponibile.

Cosa può essere accaduto lo abbiamo chiesto ad Ilario Castagner, allenatore dell'Inter nella stagione 1984/85 e per 10 gare di campionato anche nella stagione 1985/86, prima dell'esonero da parte dell'allora presidente Ernesto Pellegrini. L'ex tecnico sa bene quanto sia difficile 'sopravvivere' sulla panchina della Beneamata.

'Questa squadra sembra non remare nella stessa direzione'

Castagner si dichiara 'perplesso' dinanzi all'improvvisa crisi nerazzurra. "Questa è una squadra che ha dimostrato forza ed autorità, penso che possa battere chiunque. A questo punto ci deve essere qualcosa che non va bene dentro lo spogliatoio, forse il gruppo non è unito e subisce troppo la pressione dell'ambiente.

Quando un giocatore non ha il pelo sullo stomaco e non è supportato dalle persone che contano all'interno di una squadra, corre il rischio di perdersi e non rendere". L'ex allenatore prende spunto anche dal recente 'caso Perisic'. "Se un giocatore chiede di andar via è un segnale chiaro che non ha un buon rapporto con l'allenatore e con il resto della squadra e che, pertanto, le cose non funzionano a dovere.

La mia sensazione, ma ovviamente è un mio pensiero, è quella di una rottura, ho l'impressione che questa squadra non remi nella stessa direzione".

'Che errore le cessioni di Cancelo e Zaniolo'

Qualunque responsabilità è però condivisa da società ed allenatore, a partire dalle campagne acquisti e cessioni. Secondo Ilario Castagner sono stati commessi errori a monte sulle scelte di calciomercato della scorsa estate.

"Nel calcio esiste una regola: si può sbagliare a comprare, ma non a vendere. Sono mesi che mi chiedo come abbia fatto l'Inter a perdere un giocatore come Cancelo: lo aveva avuto una stagione a disposizione e dunque erano consapevoli del valore di questo ragazzo. Se lo sono fatti soffiare via dalla Juventus che lo sta valorizzando, un giocatore come lui non lo si può lasciar sfuggire in questo modo". L'Inter però è recidiva in tal senso, alla luce del rendimento di Zaniolo alla Roma. "Un altro errore di valutazione, ma spesso con i giovani non si ha l'occhio lungo. Penso a Franco Baresi che venne scartato dalle giovanili dell'Inter ed Italo Galbiati lo portò al Milan, sappiamo tutti com'è andata".

Società: il modello Juve

Dunque Castagner non ha dubbi sul considerare la società responsabile, tanto quanto se non di più rispetto all'allenatore. "Tanto la società quanto lo staff tecnico hanno precise responsabilità se le cose vanno per il verso sbagliato, la società in primis perché chi decide ha certamente le responsabilità più grandi. La dirigenza deve dettare regole precise come accade alla Juventus, perché se un giocare va Torino e crea problemi viene scaricato subito. La Juve vince perché riesce a tirare fuori il meglio da ciascun giocatore".

Il destino di Spalletti: 'Nulla è scontato'

Il destino di Spalletti sembra legato ai prossimi risultati, anche se nel calcio nulla è scontato e per fare un esempio, Castagner cità la sua esperienza all'Inter di oltre trent'anni fa.

"L'Inter mi fece fuori dopo un anno e mezzo, dopo che nella stagione precedente avevo lottato per scudetto ed ero arrivato in semifinale di Coppa Uefa. Quando sono stato esonerato ero terzo in classifica, ma evidentemente a quei tempi il terzo posto era considerato un fallimento mentre oggi a quanto pare è un traguardo da conquistare". Nella stagione 1985/86 Castagner fu sostituito con Mario Corso dopo 10 partite, ma le cose non migliorarono affatto e, anzi, i nerazzurri persero ulteriormente terreno da Juventus e Roma che in quella stagione si sarebbero giocate lo scudetto. "Ogni esonero ha la sua storia e non sempre è legato ai risultati, quella dell'Inter è sempre stata una panchina difficile e tanti allenatori anche molto bravi hanno avuto problemi.

Una piccola soddisfazione però me la sono presa: nella stagione successiva il presidente (Ernesto Pellegrini, ndr) venne a trovarmi nello spogliatoio quando allenavo l'Ascoli e mi chiese scusa per quanto era accaduto. Mi disse che si erano innescate delle cose che io avrei dovuto vedere e se fossi riuscito a farlo capire anche a lui probabilmente tutto sarebbe andato in maniera diversa". Tornando al presente, su Spalletti preferisce non sbilanciarsi: 'Non è mai facile fare una 'diagnosi' da lontano'.