Uno dei pilastri fondamentali di questa Juventus è Miralem Pjanic, che, in un'intervista rilasciata a "Il Giornale", ha raccontato i suoi sogni professionali e quelli legati all'ambiente familiare. Il centrocampista inizia la sua testimonianza parlando del forte legame con la Bosnia. Nonostante non abbia mai vissuto in patria, vuole essere da esempio per i suoi connazionali e dimostrare che, con il lavoro e la perseveranza, si raggiungono ottimi risultati. Dopo aver dichiarato l'amor patrio, il bosniaco fa il punto sull'ottavo di Champions League contro l'Atletico Madrid, sfida che non si preannuncia per nulla semplice perché entrambe le squadre tendono a chiudersi.

I 'colchoneros', poi, fanno del pressing la loro arma, anche se la Juve può contare su individualità forti. Per Miralem sarebbe importante segnare un gol al Wanda Metropolitano, stadio dove è prevista la finale: un motivo in più per vincere, per i padroni di casa.

L'intervistato ha sottolineato che la squadra, considerata una delle favorite per la vittoria finale, non sente la pressione della Champions perché è consapevole dei propri mezzi anche se si può ancora migliorare soprattutto nella fase difensiva. Ultimamente il gruppo ha incassato qualche gol di troppo, gol che è costata l'eliminazione dalla Coppa Italia. Per evitare altri episodi spiacevoli, nella fase d'interdizione, occorrerà il sacrificio di tutti anche degli attaccanti.

Il calcio per Mire: intelligenza e semplicità

L'ex Roma è consapevole di essere il motore della squadra, infatti è chiamato a cadenzare ogni momento del match individuando quando accelerare o rallentare. Questo compito lo svolge per tutti e non soltanto per Cristiano Ronaldo, anche se con lui tutto è più facile: occorre sfruttare al meglio le sue doti per raggiungere gli obiettivi fissati a inizio stagione.

Per Pjanic il calcio è semplicità, infatti i suoi modelli sono Xavi, Busquets e Pirlo, autori di un gioco non pirotecnico, ma bello e efficace. Il paragone con Pirlo gli sembra, comunque, azzardato perché è il top, ma hanno in comune il fatto di aver cominciato da trequartisti per diventare entrambi registi: "Ingiusto paragonarmi a Pirlo".

Il nazionale della Bosnia ha coperto anche il ruolo di mezzala, ma Massimiliano Allegri ha visto in lui l'intelligenza e la capacità di leggere il gioco anticipatamente. Il rimpianto di Pjanic è la finale di Cardiff che rigiocherebbe per correggere gli errori e vincere. Quest'estate avrebbe potuto lasciare Torino, ma lui è determinato a conquistare tutto con la Juventus: "La Champions è un mio sogno e sono nel posto ideale per realizzarlo". L'ultima battuta riguarda il figlio che rappresenta la sua più grande ragione di vita e gli piacerebbe tanto rivedere il mondo con i suoi occhi.