Uno dei giocatori più rappresentativi della Juventus è senza dubbio Paulo Dybala, che dal ritiro della Nazionale Argentina ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Otro, durante la quale ha ricordato i suoi esordi da calciatore e l'importante approdo a Torino. Il racconto parte dai suoi primi ricordi d'infanzia, quando a 2/3 anni iniziò a prendere confidenza con la palla. Essendo un attaccante, il gol era già da piccolo la cosa più importante per l'argentino, e per tale ragione gli sono rimasti molto impressi quei quattro realizzati a 11-12 anni, di cui l'ultimo su punizione.

Da ragazzo odiava l'idea di perdere, ma cercava di non mostrarlo in campo, salvo poi andare a sfogarsi a casa con il padre. Crescendo ha cominciato a esternare i suoi sentimenti anche sul prato verde. La prima avventura da professionista è arrivata a 17 anni con l'Instituto di Cordoba. L'esordio contro l'Huracan è stato molto emozionante: per l'occasione lo staff l'ha aiutato a controllare la tensione, visto l'importante debutto. Ad assistere al suo debutto era presente tutta la famiglia e gli amici. Come precisato dallo stesso Dybala, in quella partita la sua squadra vinse per 2-0.

Lo sbarco sul 'pianeta Juve'

Nonostante la grande passione per il calcio, Dybala non immaginava che sarebbe diventato il suo mestiere, infatti giocava per divertirsi, cercando di emulare Cristiano Ronaldo e Ronaldinho.

La carriera di Paulo ha avuto una svolta radicale poi con l'ingaggio alla Juve. L'intervistato ricorda ogni momento di quella giornata , durante la quale si è legato a Madama: si trovava al mare quando fu stato avvisato di tornare in albergo, perché era arrivato il contratto da firmare. "Ricordo il giorno della firma, è stato speciale".

Nell'intervista Dybala ha dichiarato che la partita alla quale è più legato è Juventus-Barcellona, terminata 3-0. Erano i quarti di finale del 2017 e la Joya realizzò una doppietta. Alla fine del match i tifosi urlarono il suo nome e lui si sentì orgoglioso per il traguardo tagliato e in dovere di deliziare sempre di più i suoi sostenitori.

"Renderli felici è la cosa più importante", questa l'affermazione dell'argentino, che continuando nell'intervista ha affermato di non aver paura dei sacrifici, ovviamente se questi danno gioia a chi lo ama. L'ultima battuta riguarda la sua prima convocazione in Nazionale, avvenuta all'età di 21 anni. Il giovane si è ritrovato a viaggiare con alcuni compagni della Juventus: arrivato nello spogliatoio è rimasto 'abbagliato' nel vedere tante stelle del calcio in una volta sola.