Due lampi nel finale di una partita equilibrata e piena di tensione regalano alla Lazio la settima Coppa Italia della sua storia. Un trionfo che vale l'accesso ai tabelloni principali dell'Europa League e che fanno dei biancocelesti l'unica squadra italiana a rompere l'egemonia juventina degli ultimi anni grazie alla Supercoppa Italiana del 2017 e al trionfo di ieri sera. Infuriato Gasperini con il Var per un fallo di mano di Bastos non rilevato nel primo tempo di cui si parlerà ancora per molto.

Lazio, è qui la festa

Una nottata di festa per le vie di Roma dove si è riversata la parte biancoceleste della città che ha voluto omaggiare i suoi eroi con caroselli e cori.

Una vittoria che fa gonfiare il petto al Presidente Lotito che, orgoglioso e carismatico, si è presentato davanti ai microfoni RAI per esaltare il suo operato e i trionfi ottenuti nella sua gestione. Il fulmine a ciel sereno di MIlinkovic ha spianato la strada alla Lazio che poi ha raddoppiato in contropiede con una giocata meravigliosa del 'tucu' Correa, regalando ad Inzaghi il suo secondo titolo da allenatore e alla Lazio un posto in Europa difficilmente raggiungibile con il campionato. Per la Società capitolina un trionfo storico che vale la settima Coppa Italia della sua storia e il quinto titolo della gestione del patron Claudio Lotito.

Inzaghi e i suoi dubbi sul futuro

A macchiare leggermente la festa dei laziali ci ha pensato il tecnico piacentino Inzaghi, che ai microfoni RAI che gli chiedevano del suo futuro ha preferito non rispondere lasciando dubbi e incertezze sulla prossima stagione sua e della Lazio.

Non era dello stesso parere il Presidente Lotito che invece ha rimarcato la volontà di continuare con Inzaghi ancora per molto e sottolineando la massima fiducia che la Società ha nei suoi confronti. Sicuramente per il tecnico ci sono molti pretendenti, è inutile nascondere che il suo operato abbia sorpreso più di qualche squadra e chissà che la sua voglia di crescere non lo porti lontanto da Roma.

Furia Gasperini

Rabbia e dulusione per il tecnico bergamasco ma anche molta sportività nei confronti dei vincitori. Certo è che quando Gasperini ha visto il fallo di mano di Bastos nel post gara non ha saputo trattenere la delusione nei confronti del VAR rimarcando, oltre al rigore netto, il fatto che il difensore angolano fosse già ammonito.

Sicuramente per i bergamaschi rimane il rimpianto di una finale giocata discretamente, ma non certo sui ritmi vertiginosi che la dea è abituata ad imporre, con Gomez e Ilicic che non sono riusciti mai ad incidere cosi come l'evanescente Zapata imbrigliato tra le maglie della difesa biancoceleste per 90 minuti.