Così non va. È tempo di riflessioni in casa Juventus per cercare di uscire dal trend negativo in cui è incappata la squadra in queste ultime settimane, il cui apice è stato raggiunto mercoledì 26 febbraio, quando è arrivata l'amara sconfitta agli ottavi di finale d'andata di Champions League a Lione.
Inevitabilmente, sul banco degli imputati è salito il coach Maurizio Sarri: in particolare, ci sono diversi dubbi sulle modalità con cui sta impostando il suo lavoro tattico con la squadra, sulle sue difficoltà nel far gruppo e anche su alcune esternazioni pubbliche.
La Juventus oggi appare molto lontana da quella di Massimiliano Allegri; sembra demotivata e deconcentrata, senza stimoli e soprattutto priva di idee.
Per questo motivo, la dirigenza bianconera starebbe già valutando l'ipotesi di un addio a Sarri nella prossima stagione. La sconfitta in Francia brucia moltissimo, mentre il primato in campionato è a rischio soprattutto per la presenza dell'arrembante Lazio di Simone Inzaghi.
Su tutti, non convince l'atteggiamento della squadra che sembra non riuscire a recepire le idee di Maurizio Sarri. I vertici del club torinese per il momento non hanno alcuna intenzione di esonerare il tecnico toscano, giacché il presidente Andrea Agnelli vorrebbe valutarne l'operato soltanto al termine di quest'annata.
D'altronde, questa non è una novità, poiché storicamente la Juventus non ama licenziare in corsa i propri allenatori.
Juventus: le prossime gare saranno decisive per gli obiettivi stagionali
Le prossime settimane saranno decisive per i bianconeri, attesi da alcuni incontri importanti per il prosieguo della stagione. Si partirà domenica domenica 1 marzo quando ci sarà la gara interna con l'Inter per la lotta scudetto, quindi sarà la volta della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan del 4 marzo, per poi arrivare al 17 marzo, quando si disputerà il secondo match degli ottavi di Champions League con il Lione.
Ovviamente, soprattutto se dovesse arrivare una precoce e cocente eliminazione dalla Champions per mano della squadra francese, sarebbe un duro colpo per tutto l'ambiente juventino. Stando ad alcune indiscrezioni, pare che se la situazione dovesse precipitare, potrebbe esserci un ritorno in corsa di Allegri, anche se (ribadiamo) sembra piuttosto difficile che la società torinese possa optare per un esonero a stagione in corso.
Il problema principale, dopo sette mesi di gestione-Sarri, è che la squadra stenta ad avere un vero e proprio sistema di gioco. I calciatori, in campo, appaiono piuttosto confusi, e spesso ricorrono a delle giocate individuali per risolvere i match. Quando il tecnico toscano afferma di non riuscire a trasmettere ai suoi uomini dei concetti di fondo piuttosto semplici come la velocità nei passaggi e nella circolazione della palla, la sua risuona quasi come una dichiarazione di resa.
Inoltre, ci sono alcuni problemi legati alla comunicazione. Ad esempio, dopo la sconfitta di Lione, l'ex Chelsea e Napoli ha affermato che in Italia avrebbero certamente fischiato i calci di rigore per gli interventi su Dybala e Cristiano Ronaldo.
La sua è stata un'esternazione infelice e fin da subito oggetto di facili strumentazioni, come se avesse detto che in Serie A gli arbitri aiutano i bianconeri. In realtà, Sarri voleva dire che nel nostro calcio ci sono diversi parametri di valutazione, ma ha spiegato male il concetto.
Ovviamente, quando i risultati sono deludenti, non si possono addossare tutte le colpe all'allenatore. Sicuramente anche i calciatori avranno le loro responsabilità, così come la società che probabilmente ha commesso degli errori nel supporto allo staff tecnico oppure in sede di mercato, non mettendo a disposizione di Sarri degli elementi maggiormente adatti alle sue idee di gioco.