Michel Platini era dell'Inter e, tra verità storiche o leggende metropolitane che si sono tramandate nel corso degli anni sul suo mancato approdo in nerazzurro, questa è una delle certezze. Esisteva un pre-contratto che il fuoriclasse francese aveva firmato addirittura nel febbraio del 1978, perché la dirigenza nerazzurra, consapevole che dalla stagione 1979/80 si sarebbero riaperte le frontiere, si era mossa con largo anticipo. Le cose, però, sarebbero andate diversamente, la riapertura agli stranieri nel campionato italiano sarebbe slittata di un anno e Platini si sarebbe trasferito dal Nancy al Saint Etienne.

Nell'estate del 1980, vista l'impossibilità di far valere legalmente un pre-contratto firmato in un periodo in cui era impossibile tesserare calciatori stranieri, l'Inter avrebbe acquistato Herbert Prohaska. L'anno chiave sarebbe stato il 1982, il blitz della Juventus avrebbe portato Platini in Italia, ma il francese, che era consapevole di essersi impegnato con l'Inter, avrebbe contattato la dirigenza nerazzurra prima di firmare per i bianconeri. Il presidente Ivanoe Fraizzoli aveva scelto Hansi Muller e la motivazione è legata alla sua incertezza circa le condizioni fisiche del francese reduce da una serie di infortuni. Questa la vera motivazione che, alla fine, impedì lo sbarco di Platini a Milano e costruì le fortune di una Juve che, trascinata da Le Roy, avrebbe vinto tutto.

In una recente intervista il tre volte Pallone d'Oro lo ha ricordato, sgomberando il campo da altre indiscrezioni dell'epoca.

'La verità è che pensavano fossi rotto'

"Ci vediamo après la gare", una frase rivolta dall'allora dirigente interista Giancarlo Beltrami a Michel Platini, frutto di un malinteso che avrebbe fatto saltare il suo arrivo in nerazzurro.

Beltrami avrebbe inteso "dopo la partita del Saint Etienne"mentre Michel sarebbe andato alla "gare" che in francese vuol dire stazione. "Una vera ca.... - ha commentato Platini - perché sebbene non abbia mai smentito che accadde, semplicemente non andò in questo modo. La verità è che pensavano fossi rotto". Nelle ultime stagioni, in effetti, il francese era stato vittima di una serie di infortuni tra cui la triplice frattura del malleolo, una serie di considerazioni che spinsero Fraizzoli a dirottare le sue attenzioni su Muller nell'estate del 1982.

Ironia della sorte, il tedesco non renderà al meglio in nerazzurro proprio per una serie di problemi fisici.

Le sfide con l'Inter

Così, da potenziale trascinatore nerazzurro, Platini si trasformò nell'uomo-simbolo della più acerrima rivale dell'Inter, andando anche in gol diverse volte contro la sua ex "quasi-squadra" nei derby d'Italia degli anni '80. "Ma non ho mai visto l'Inter come una nemica - ha spiegato - anche perché fu il primo club italiano a cercarmi". Fermo restando che nelle stagioni italiane di Platini, Inter-Juve non sarebbe mai stata una sfida-scudetto, anche nelle stagioni in cui i nerazzurri sarebbero stati più competitivi. Platini elenca le squadre più forti da lui affrontate nelle sue annate alla Juventus.

"Ho sfidato la Roma di Falcao e Cerezo, il Verona di Elkjaer e Tricella e il Napoli di Diego Maradona. L'Inter? Aveva un bel rompi.... che si chiamava Alessandro Altobelli. Lui segnava tantissimo e io dovevo superarmi per diventare capocannoniere, Spillo era davvero bravo".