Dopo due stagioni in Serie B, il Cosenza non è riuscito a ottenere la terza salvezza consecutiva. I calabresi sono retrocessi in Serie C, senza nemmeno disputare i play-out. Un campionato concluso con 35 punti frutto di sole sei vittorie (peggio ha fatto solo la Virtus Entella con quattro), 17 pareggi e 15 sconfitte. La squadra di mister Occhiuzzi ha pagato le quattro gare perse nelle ultime cinque partite. Per parlare della stagione dei rossoblu, Blasting News ha contattato l’inviata, co-conduttrice e personaggio web Eleonora Cristiani, che segue le vicende dei calabresi.
Eleonora Cristiani: ‘Ci abbiamo creduto sino all’ultimo’
Eleonora, intanto grazie per aver accettato questa intervista. Ti chiedo subito: che aria si respira a Cosenza?
Io ti dico che essendo zona gialla ho visto la partita con altri tifosi e ci abbiamo creduto sino all’ultimo. Io analizzo la piazza cosentina e mi stupisce, in quanto ci ha creduto fino alla fine, seppur da pazzi, reduce dal miracolo dell’anno scorso. Non è stato così come ovviamente doveva essere, perché la nostra retrocessione è meritata. Ho visto tifosi piangere. Qua è una vera passione, ci sono tifosi che hanno stanze dedicate al Cosenza, è una fede. Vedere la propria passione fare uno schifo, noi che speriamo sempre di arrivare in Serie A, immagina cosa vuol dire retrocedere.
La Serie C è un’altra cosa. Specie ora che si poteva tornare allo stadio, fare le trasferte, ora che si fa?
Una retrocessione annunciata oppure si poteva fare qualcosa in più nell’arco della stagione?
Retrocessione annunciata nella prima parte del campionato non tanto. Penso che dopo il mercato invernale era ormai scritta la retrocessione, perché non si è fatto nulla per rinforzare determinate cose.
Ci sono problemi dall’inizio, perché si parte in ritardo. Con il mercato invernale si potrebbe rimediare e invece abbiamo fatto ancora peggio, perché c’è una società che non esiste. Anche per questo i tifosi si sono ribellati. Come opinione personale mi chiedo: un direttore sportivo, da "separato in casa", che interesse ha, per quanto si possa fare per lavoro.
Cos’è mancato? L’attacco. Se non ci sono attaccanti chi segna? Hai preso Trotta e Mbakogu che sono fermi. Ti sei venduto Bàez incassando dei soldi ed era un giocatore importanti. Poi reinvesti e invece niente. L’allenatore per quanto abbia fatto bene l’anno scorso è inesperto. È un allenatore accomodante, senza la giusta carica da trasmettere. Poi ci sono una serie di problemi come i giocatori non di proprietà. Eticamente devi dare il massimo, ma le motivazioni sono state meno.
Eleonora: ‘Non è andato bene niente’
In questi momenti si cercano i colpevoli: società, allenatore, giocatori, solitamente sono loro sul banco degli imputati. Tu pensi che sia stato fatto il massimo oppure c’è qualche responsabile in particolare, pur nel rispetto del lavoro compiuto?
Sono tutti responsabili. Si dice che "il pesce puzza dalla testa". Ho risposto prima. Non è andato bene niente. Non c’è una programmazione e non c’è mai stata. Senza una base come si fa a rimanere in B? Non si può sempre sperare nelle botte di fortuna. Sarebbe stato ingiusto un Pordenone retrocesso.
Parlando di numeri stagionali, il Cosenza è la squadra che ha effettuato più pareggi con 17 e ha vinto solo sei volte. Possiamo riassumere così questa retrocessione?
Assolutamente sì. La gran parte dei pareggi l’abbiamo fatta nella prima fase del campionato. Poi alla fine abbiamo fatto tre sconfitte di fila e tantissimi gol presi, senza farne nessuno, per quanto abbiamo giocato con le big quali Empoli e Monza.
Lo stesso Trinchera, l’unica cosa detta è che alcuni giocatori hanno staccato la spina. Ovviamente così si fa arrabbiare una città. Per colpa di chi hanno staccata la spina? Non è che i giocatori vanno in campo e si annoiano. Penso che siano delle pedine messe male.
I rossoblu nel corso del campionato sono stati difficili da battere, basti pensare che la Salernitana, ad esempio, in casa ha pareggiato per 0-0. Poi nelle ultime cinque partite, quattro sconfitte. Come te lo spieghi?
Tutti hanno detto che eravamo una squadra abbastanza temuta. Mi chiedevo spesso "perché essere temuti senza però mai vincere". L’anno scorso abbiamo fatto cinque vittorie di fila, quest’anno il contrario. Abbiamo giocato con squadre difficili.
Parliamo di Empoli promosso e Monza che ha fatto di tutto per la promozione. Abbiamo vinto con il Pescara, che era alla nostra portata e con grandi problemi.
Cristiani: ‘Il nostro tifo ha cercato sempre di essere presente’
Cosenza è sicuramente una piazza molto calda. Quanto ha inciso non poter avere il proprio pubblico presente sugli spalti?
Questa è una domanda che ho fatto io a determinati ospiti. Ho dei pareri contrapposti. Sicuramente il nostro tifo da Serie A conta specie nelle partite in casa, ma anche in trasferta. Penso incida nel calcio per tutti, perché è un gioco diverso. A volte però il tifo può condizionare in modo negativo. Una piazza come Cosenza sa esprimere la sua rabbia. Forse, verso la fine, meglio che non ci sia stato pubblico.
Devo dire la verità, il nostro tifo ha cercato sempre di essere presente. Alla fine era difficile stare accanto alla squadra per la rabbia. La cosa che mi fa stupire è che i tifosi continuino a crederci, sperando nella nuova riforma o che qualche squadra non riesca a reggere la Serie B.
È troppo presto parlare di futuro oppure senti che nell’aria si respiri voglia di risalire immediatamente?
Il tifoso spera in un ripescaggio. Non si hanno notizie per il resto. Si è parlato di un cambio di dirigenza, ma sono ipotesi. Il Cosenza ha le carte in regola per fare quantomeno una Serie C dignitosa, magari per ritrovarci a salire. Spero che provino a ritornare nella serie che più ci si addice.