Jolanda De Rienzo è una giornalista sportiva che segue da anni il calcio. Nata a Napoli, è anche una conduttrice televisiva.
Blasting News l’ha contattata in esclusiva per parlare dei temi legati all’Italia di Mancini campione d’Europa e che ha perso l’imbattibilità con la Spagna di 37 gare e sul campionato di Serie A, con le prime sette gare disputate, dopo le quali in testa c’è il Napoli di Spalletti con 21 punti.
Jolanda De Rienzo: ‘Quest’Italia mi piace’
Jolanda, grazie per aver accettato questa intervista. Partiamo dall’Italia. 37 partite senza perdere, un Europeo vinto e poi questa gara con la Spagna di Nations League.
Che idea ti sei fatta di questa gestione Mancini.
“Secondo me nessuno è perfetto. Un errore ci può stare, ma dipende da come ti rialzi. Con le sue idee di gioco, con le sue motivazioni e la squadra al completo possa avere ancora grandi successi come le 37 partite utile consecutivi e come anche tanti giocatori che ha impegnato e ritrovato nella sua Nazionale che ha ringiovanito, senza dimenticare i baluardi come Bonucci e Chiellini. C’è da dire che ieri è stato tradito proprio da uno dei suoi baluardi e da un’idea come il falso nove che non rende come gli attaccanti titolari, Immobile e Belotti, messi anche in discussione. Senza di loro la differenza si è vista. Un super Chiesa e una super Nazionale che deve andare avanti così”.
Che Mondiale ti aspetti da questa Italia, anche se è ancora presto?
“Questo lo dirà solo il campionato e i giocatori che saranno impegnati in Nazionale. Vedremo se Pellegrini rimane il giocatore di adesso e se Chiesa fa lo stesso. Kean potrebbe essere un giocatore in crescita. Auspico che Donnarumma venga impiegato adeguatamente perché sappiamo che se un portiere non gioca va in difficoltà.
Comunque i presupposti ci sono perché quest’Italia mi piace. Se si pensa anche al centrocampo con Jorginho, Barella, tutti giocatori di qualità. Solo la loro stagione ci potrà dire che Mondiale andranno ad affrontare”.
Non posso non chiedere un pensiero sui fischi a Donnarumma.
“Io penso che le squadre nei 90 minuti vadano sostenute sempre e comunque.
Si va allo stadio non per seminare odio e dissapori. È anche giusto che il tifoso esterni le proprie emozioni quando la gara termina e la prestazione non è stata adeguata. Fischiare durante il gioco alimenta una non convinzione in campo. Credo che il pubblico non abbia aiutato Donnarumma e se vai allo stadio per vedere la Nazionale devi sostenerlo, anche se può aver ferito il tuo animo da tifoso e lo condivido anche. Ci sono luoghi per esternare i propri dissapori e momenti adeguati. Durante una semifinale di Nations League non sia molto adeguato”.
De Rienzo sul Napoli
Passando ai temi del campionato, tu segui da molto vicino il Napoli. Anche in questo caso è presto, ma che aria si respira dopo queste prime 7 vittorie in altrettante partite?
Può essere l’anno del Napoli?
“La sensazione c’è ma per una questione di gruppo. Si sa che bisogna vincere tutti insieme. Ci dovranno essere anche determinati fattori. Ci sarà la Coppa d’Africa che impegnerà tre punti cardine del Napoli come Koulibaly in difesa, Anguissa a centrocampo e Osimhen in attacco. Sono i giocatori che hanno avuto il maggior rendimento. Bisognerà aspettare il girone di ritorno, però i presupposti di questo Napoli sono positivi. Ci sono troppe incognite in una stagione, vedi il Napoli di Gattuso che aveva qualcosa in meno ma è stato molto sfortunato. Il Napoli ha un solo terzino sinistro. Le cose devono andare in un certo modo, ma questa valutazione si può fare solo nel girone di ritorno”.
Senti, la fine della scorsa stagione con la mancata qualificazione in Champions League può aver rappresentato una spinta motivazionale per questo avvio di campionato dei partenopei?
“Io stimo molto Gattuso come allenatore ma credo che abbia dei limiti come ogni tecnico. Penso che Spalletti abbia lavorato molto sui suoi e vedremo se nel corso della stagione dimostrerà di averne. Si è migliorata la comunicazione e si ha tanta voglia di vincere e di rivalsa visto che in Italia Spalletti ha vinto poco e non ha mai vinto il campionato se non in Russia. Questo lo ha trasmesso alla squadra. Anche i calci piazzati il Napoli li sfrutta in modo diverso. Ci sono giocatori più in forma rispetto a prima come Osimhen, attaccante moderno per eccellenza e questo favorisce un’annata positiva”.
Jolanda De Rienzo: ‘Mi piace tantissimo il progetto Milan’
Che giudizio dai alle milanesi, Milan e Inter?
“Mi piace tantissimo il progetto Milan perché mi piacciono le squadre giovani, le squadre che rischiano e il Milan l’ha fatto tantissimo con Donnarumma lasciandolo partire, lo sta facendo con Kessie non scendendo a ricatti ma dialogando e affidandosi ad una delle squadre più giovani del campionato e con un allenatore che non era arrivato con i favori della piazza ma si è fatto amare con i risultati. È un Milan cinico che ritrova Ibra e Giroud in questo momento e inizia a capire se a gennaio può portare a casa un giovane attaccante. È una società attenta ai bilanci, una squadra che ha lavorato sui parametri zero.
Per quanto riguarda l’Inter ho visto tanta confusione. È ripartita con un timoniere che ha alzato bandiera bianca perché si è accorto che non poteva vincere facile. Non ho capito che potrà correre ai ripari con i bilanci in rosso. È un giudizio comunque positivo di una fenice che è rinata dalle ceneri dopo quest’estate con le partenze di Lukaku, Conte, Hakimi. Ha fatto un mercato intelligente ed è riuscita ad ottimizzare le sue perdite con un avvio di campionato interessante. Dei due progetti è quello meno proiettato verso il futuro”.
Confusione, identità da ritrovare sono valutazioni che si possono estendere anche alla Juventus?
“Penso che la Juventus sia un caso a parte. Si è chiuso un ciclo che non comprendeva solo Cristiano Ronaldo e la sua partenza.
Quando le volontà della direzione non viaggiano di pari passo con le idee del direttore tecnico e direttore generale, non si ha l’unità di intenti. Tutto è partito in sordina con l’arrivo di CR7, dopodiché sono emersi i vari errori. Viene fuori che forse i vari Marotta e Paratici avevano ragione il presidente Agnelli torto. Penso che un paio di domande bisognerebbe farsele. Soprattutto per dare quell’identità molto forte sempre in casa Juve e la Juve non va mai data per sfacciata. Per quanto il ritorno di Allegri sia un valore aggiunto, come rose penso ci siano squadre più attrezzate della Juventus. Deve esserci la sinergia. Avendo un giocatore molto forte come Chiesa, un Dybala ritrovato, Allegri che è un timoniere attento e intelligente e una vecchia guardia come Bonucci e Chiellini ma possono avere delle carenze vista l’età.
Le incognite ci sono ma il progetto Juventus rimane un progetto vincente”.
‘Se abbiamo in Nazionale un Pellegrini così il merito è anche di Mourinho’
Grande progetto che continua ad avere l’Atalanta. Una squadra che non stupisce. Cosa manca alla squadra di Gasperini per lottare per lo scudetto?
“In realtà credo che l’Atalanta non costruisce squadre per vincere lo scudetto. È fortemente interessata ai bilanci. Una stagione positiva dipende dal rendimento dei singoli e da un bravissimo timoniere come Gasperini che ha deciso di sposare una città e quella che un po’ è l’identità bergamasca. Una squadra che fa della velocità, della spregiudicatezza e della giovane età la sua identità. Non l’ho mai vista come antagonista ma come una fabbricatrice di bel calcio”.
Quale progetto ti convince di più delle due romane, Roma e Lazio? Due squadre che hanno cambiato allenatore.
“Non basta Mourinho, nonostante abbia un debole per questo allenatore. Le sue interviste hanno sempre tanti spunti. Dei due progetti, nonostante le difficoltà della Lazio, non mi sento di bocciare la squadra di Sarri che deve trovare la sua identità. Quando si parla di allenatori incognite Sarri lo è. Può essere iper-vittorioso o sconfitto. Mourinho rimane sempre moderno. Quando investi su un allenatore così non potrà mai essere un progetto fallimentare. Se abbiamo in Nazionale un Pellegrini così il merito è anche di Mourinho”.