In questi giorni, le questioni giudiziarie della Juventus continuano a tenere banco e i vari media ipotizzano altre possibili sanzioni al club da parte della giustizia sportiva. In particolare la procura della Figc si sarebbe già mossa per approfondire la questione sulla "manovra stipendi" effettuata nel 2020, un tema già approfondito dalla procura di Torino nell'ambito dell'indagine Prisma.

Stando a quanto afferma Repubblica, per la questione legata agli ingaggi, anche alcuni calciatori sarebbero a rischio squalifica: in particolare la Procura della Figc potrebbe chiedere lo stop per Paulo Dybala, Adrien Rabiot, Wojciech Szczesny, Leonardo Bonucci, Weston McKennie, Federico Bernardeschi, Arthur e Juan Cuadrado.

Infatti - secondo quanto trapelato finora - questi calciatori avrebbero firmato degli accordi con la Juventus per posticipare il pagamento di alcuni stipendi. Ma secondo quanto previsto dal Codice di giustizia sportiva i tesserati non possono pattuire con la società di appartenenza compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali.

I calciatori rischierebbero un mese di stop

Secondo quanto riportato dal quotidiano, la procura della Figc, nell'ambito della manovra sugli stipendi fatta dalla Juventus in piena pandemia nel 2020, coinvolgerebbe anche alcuni calciatori che potrebbero rischiare la squalifica di un mese.

Fra i giocatori che sono attualmente nella rosa della in cinque potrebbero incappare in tale squalifica: Bonucci, Cuadrado, Szczesny, McKennie e Rabiot.

Il tema plusvalenze

Nel frattempo, intanto, la Juventus è concentrata sulla difesa da presentare al Collegio di Garanzia del Coni in seguito alla penalizzazione di 15 punti inflitti alla Juventus dalla Corte federale d'appello, relativamente all'indagine sulle presunte plusvalenze fittizie.

Seppur ancora in attesa delle motivazioni ufficiali della sentenza, i legali bianconeri sono già al lavoro e credono che ci sia stato un errore sulle tempistiche in cui il procuratore Chiné ha presentato la richiesta di revoca per la questione plusvalenze.

Infatti gli avvocati della società torinese sostengono che la procura della Figc abbia chiesto gli atti il 27 ottobre e quindi avrebbe dovuto presentare la richiesta di revoca entro il 26 novembre. Invece, il procuratore Chiné avrebbe comunicato di aver ricevuto gli atti il 24 novembre, con conseguente richiesta di revoca fatta il 22 dicembre. Insomma, le tempistiche tra accusa e difesa non coinciderebbero e su questo aspetto si potrebbe "giocare la partita" al collegio di Garanzia del Coni.