Nelle scorse ore l'ex tecnico del Crotone, Massimo Drago ha rilasciato un'intervista a TmwRadio.

Drago è stato seduto sulla panchina rossoblù nella stagione 2011-2012, portando la squadra a risultati sorprendenti in Serie B tra cui l'accesso ai playoff. Il tecnico crotonese è ricordato per il suo stile di gioco offensivo e per aver saputo valorizzare giovani talenti, molti dei quali si sono poi affermati a livello internazionale.

Le parole di Massimo Drago

Massimo Drago ha dichiarato: "Rifacendomi alle parole rilasciate recentemente dal Direttore Generale e dal Presidente del Crotone, i rossoblù hanno iniziato un nuovo percorso fatto di valorizzazione dei giovani e di investimenti oculati.

Si tratta di una mentalità diversa, è difficile riproporla in una piazza come Crotone che recentemente ha giocato in Serie A, esistono però altre piazze che dopo avere visto la A giocano in Serie C da tanti anni".

Poi ha proseguito: "Bisogna rendersi conto che purtroppo risalire è difficile. Ma Crotone può contare su una società solida e su una famiglia che da tanti anni è sulla cresta dell'onda e ha portato la squadra a giocare contro Milan e Inter e altre realtà di massima serie".

Crotone è stata una fucina di talenti

Proprio negli anni con Massimo Drago in panchina il Crotone ha sfornato tanti calciatori che poi sono diventati protagonisti in Serie A, da Danilo Cataldi a Federico Bernardeschi, fino ad Alessandro Florenzi.

"Erano tempi diversi - sottolinea l'allenatore -, sapevamo quali calciatori valorizzare. Noi in quelle stagioni avevamo una mentalità che ci portava ad avere 8-9 calciatori che erano la colonna portante del gruppo, elementi maturi, poi tanti ragazzi giovani da lanciare. C'era Cataldi che aveva 18 anni, stessa cosa Pettinari, Gomis aveva 19 anni e prestavamo cinque calciatori all'Under 21.

Adesso tutto è più difficile perchè le grandi società investono sulle seconde squadre, è più difficile perchè i calciatori giovani hanno ingaggi esorbitanti per la Serie C. Bisognerebbe puntare su uno scouting approfondito".

Puntare sulla formazione dei giovani

Relativamente ai problemi a scovare i giovani talenti italiani Massimo Drago ha una sua idea ben precisa: "In questo momento storico si dovrebbe puntare sulla presenza di istruttori formati, perché se tu prendi un istruttore che fa questo come secondo lavoro, dandogli 300, 400 o 500 euro questo non poterà a dei risultati.

L'istruttore deve avere la possibilità di poter vivere mediante il calcio e soffermarsi su questo lavoro a tempo pieno. Bisogna effettuare degli investimenti sulle figure dello staff affinché queste possano lavorare e far crescere un calciatore nel tempo".