Stanno facendo discutere le parole di Antonio Conte, tecnico del Napoli, dette in conferenza stampa alla vigilia del match che i partenopei disputeranno col Genoa al Maradona. L'allenatore alla domanda sul proprio futuro, ha infatti glissato per l'ennesima volta, non rispondendo concretamente e focalizzando il discorso sul rush finale che attenderà la sua squadra in questa stagione.
Conte elude i giornalisti sul proprio futuro: 'Nessun tifoso mi chiede se resto ma se la squadra vincerà lo scudetto'
Si è conclusa da poche ore la canonica conferenza stampa di Antonio Conte, andata in scena alla vigilia del match che il suo Napoli giocherà domenica sera contro il Genoa di Vieira, e come ormai è consuetudine dai giornalisti astanti è stato preso l'argomento futuro.
Il leccese, seguendo il solito copione che si legge da settimane, ha dribblato le domande in grande stile: "Nessun tifoso mi chiede se resto o meno, mi chiedono tutti se vinciamo lo scudetto, ve lo assicuro. Io rispondo sempre che ci proveremo come stiamo facendo. Tutto il resto è noia". Parole che lasciano tutto in sospeso e che alimentano le speranze di quei club come Milan e Juventus, che in Conte vedrebbero un profilo perfetto per ripartire nella prossima stagione.
Il tecnico del Napoli, facendo riferimento al rush finale di campionato che attenderà la sua squadra ha detto: "Dobbiamo continuare e cercare di finire il lavoro. Mancano tre partite, il lavoro va finito. A giugno abbiamo detto 'amma faticà', dobbiamo proseguire in maniera seria come fatto finora".
Conte è poi sceso nel dettaglio delle insidie che potrebbe nascondere la gara col Genoa, sottolineando come al netto di un Maradona che sarà carico di passione, la formazione di Vieira non scenderà in campo per perdere.
Il salentino ha poi evidenziato come in alcune occasioni, specialmente nei secondi tempi, la sua squadra possa aver dato l’impressione di soffrire maggiormente. Tuttavia, ha sottolineato che tale percezione è spesso amplificata dalla paura di subire un pareggio, come accaduto nella gara d’andata proprio contro il Genoa, piuttosto che da un reale dominio avversario. Il tecnico ha poi ricordato come in diverse sfide la squadra abbia saputo interpretare bene le riprese, talvolta ribaltando l’inerzia della partita o amministrando il vantaggio con maturità.
Conte e quel temporeggiare classico
L’atteggiamento attendista di Antonio Conte non rappresenta certo una novità nel panorama calcistico. Nel corso della sua carriera, il tecnico leccese ha spesso lasciato le proprie società in sospeso fino all’ultimo momento, tenendo alta la tensione sul proprio futuro. È accaduto con la Juventus, dove lasciò il progetto all’improvviso durante il ritiro estivo; con l’Inter, dove dopo uno scudetto preferì interrompere il rapporto per divergenze sulla visione strategica; e anche in Premier League, con Chelsea e Tottenham, realtà nelle quali non esitò a sollevare dubbi pubblici sul supporto ricevuto dalla dirigenza. Un modus operandi che riflette la sua esigenza costante di avere pieno controllo tecnico e garanzie solide per proseguire.