In queste ore sta prendendo quota il nome di Massimiliano Allegri come prossimo allenatore della Roma. Una suggestione che affascina la piazza giallorossa, nonostante il passato recente del tecnico sia stato segnato da critiche feroci provenienti da Torino, laddove una parte del tifo juventino non gli ha mai perdonato uno stile di gioco ritenuto troppo prudente, persino nei suoi anni più vincenti.
La Roma spera nell'arrivo di Allegri, lo stesso allenatore che a Torino era diventato per molti un indesiderato
Il casting per la panchina della Roma post-Ranieri è ufficialmente aperto, ma nei corridoi di Trigoria un nome continua a circolare con insistenza: quello di Massimiliano Allegri.
L’ex allenatore di Milan e Juventus, fermo ai box dopo l’ultima esperienza proprio in bianconero, rappresenta per molti tifosi giallorossi una sorta di “sogno proibito”, il profilo di spessore internazionale in grado di riportare ambizione e solidità in una piazza che, da troppi anni, fatica a trovare continuità.
Nonostante il nome di Allegri sia associato ad un calcio spesso etichettato come prudente, se non apertamente conservativo, una buona parte della tifoseria romanista sarebbe pronta ad accoglierlo a braccia aperte. Lo dimostrano le reazioni sui social, nei forum e nei bar della Capitale: il desiderio di un allenatore vincente, abituato alla pressione e capace di gestire spogliatoi complicati, supera di gran lunga le perplessità sul piano del gioco.
Eppure, è impossibile dimenticare come proprio Allegri, nel suo ultimo anno alla guida della Juventus, sia stato oggetto di una critica feroce da parte del pubblico juventino. Nonostante i cinque scudetti consecutivi conquistati dal 2015 al 2019, la sua ultima stagione, la scorsa (la terza del suo secondo ciclo in bianconero), fu accompagnata da un crescente malcontento: troppe vittorie striminzite, un gioco ritenuto arcaico rispetto ai nuovi paradigmi tattici europei, e una gestione spesso giudicata troppo attendista nei momenti decisivi. Per non parlare del girone di ritorno dello scorso campionato, in cui i bianconeri non raccolsero neanche 30 punti.
Allegri e quell'eredità di Mourinho che potrebbe essere finalmente raccolta
Il paradosso è evidente: l’allenatore più vincente dell’ultima era juventina ha lasciato Torino tra fischi e perplessità, mentre oggi Roma lo guarda come una figura di riferimento, un tecnico che potrebbe portare finalmente quella “mentalità da grande club” che José Mourinho aveva solo accennato, senza però riuscire a concretizzare in risultati duraturi.
Allegri, dal canto suo, osserva. Non ha mai chiuso definitivamente le porte a un ritorno in panchina e, anzi, in passato ha lasciato intendere che un progetto stimolante lo riporterebbe volentieri in Serie A. Roma potrebbe essere quella sfida: una città che vive di calcio, un ambiente passionale, una squadra che ha bisogno di disciplina ma anche di qualcuno che sappia proteggerla nelle tempeste mediatiche.
Se sarà davvero lui il prescelto lo diranno le prossime settimane. Ma una cosa è certa: tra il desiderio di rivalsa dell’uomo Allegri e la sete di stabilità della Roma, potrebbe nascere un connubio inatteso, forse perfino vincente.