E’ un vero e proprio bollettino di guerra il bilancio di unnaufragio di immigrati davanti all’isola sicula di Lampedusa.

A bordo del barcone che si è rovesciato nelle acque vi eranopiù di 500 immigrati, partiti dalla Libia per sfuggire dalla miserie e trovarelavoro in Italia.

Purtroppo, però, il destino per queste persone è statocrudele: delle 500 persone presenti sul barcone, ben 200, al momento, sono i morti accertati,altre 155 sono state recuperate vive e al momento non si hanno più tracce diben 155 persone, i cui corpi dovrebbero trovarsi nelle acque di Lampedusa.

Tra i morti vi sono anche donne e bambini. Dalle primeindagini è emerso che ieri notte gli immigrati presenti sul barcone per farnotare la loro presenza, abbiano dato fuoco ad una coperta: l’incendio però èstato fatale e nel giro di pochi minuti l’imbarcazione ha preso fuoco.

A dare l’allarme sono stati due pescherecci che hanno vistola nave in fiamme: immediato l’intervento dei mezzi di soccorso che subito sisono messi in azione, anche se le persone che sono sopravvissute a questaterribile tragedia, hanno dichiarato che i soccorsi sono partiti in ritardo eche altre persone avevano notato la loro presenza, ma non hanno volutoprestargli soccorso.

Venerdì 4 ottobre 2013, in Italia è stato proclamato dalgoverno una giornata di lutto nazionale in onore di tutte queste vittime.

Eintanto in queste ore, i Ministri del governo Letta hanno dichiarato che èarrivato il momento di rivedere le leggi sull’immigrazione.

Anche Papa Francesco su Twitter ha condannato quanto è accadutoa Lampedusa, scrivendo: “Viene in mente la parola vergogna: è una vergogna”.