Cominciamo dall'inizio: Expo 2015 porta sfortuna alla politica, ma anche tanti soldi. È iniziato tutto con uno sforzo congiunto di tutte le forze politiche: Roberto Formigoni, Letizia Moratti e Filippo Penati sul territorio, e politici di di rango internazionale come Emma Bonino in giro per il mondo, hanno vinto l'assegnazione dell'esposizione universale per Milano. E subito dopo, gli stessi artefici di una politica unita, aldilà delle divisioni di partito, hanno iniziato a cadere.

La Moratti è stata la prima vittima della manifestazione tanto attesa. Nonostante lo sforzo di raccogliere ogni genere di lista a suo sostegno, ha perso le elezioni contro gli arancioni di Pisapia. E oltretutto la sconfitta gli è anche costata la completa emarginazione dalla politica. Nessuno, soprattutto a destra, ha più voluto sentire anche solo parlare di lei. Eppure aveva avuto il suo ruolo sia nell'assegnazione di Expo 2015, sia nell'introdurre alcune novità assolute come l'Ecopass (ora AreaC). Giusto per citare qualcosa di buono portato a compimento dall'ultima giunta di centrodestra milanese. 

Poi è toccato a Penati, investito dal caos tangentizio sollevato da un imprenditore dei trasporti. L'astro nascente della sinistra-sinistra, era uno del 'cerchio magico' di Bersani, è crollato sotto i colpi della magistratura. Anche lui ha vissuto la fine della sua fulgida carriera politica, lasciando i suoi orfani a Pisapia e soci. E anche di lui, questa volta soprattutto la sinistra, non vole più sentir parlare. Meglio dimenticare, anche se con Pisapia il Partito democratico non può dirsi felice: alle primarie aveva infatti puntato su Boeri.

Infine al Celeste. In Lombardia eravamo talmente abituati a Formigoni da non poter neanche immaginare una vita senza di lui a guardarci dall'alto del Pirellone. Non sazio, si era anche costruito una bella casetta formato grattacielo proprio sopra a uno dei pochi parchi pubblici della grigia Milano. Poi però persino lui è stato travolto da scandalo su scandalo, fino all'inevitabile fuga. L'ombrello protettivo di chi grazie al suo governo ha spadroneggiato all'ombra del Pirellone gli ha almeno rimediato un posto al Senato. Al riparo dalle manette, cerca ora di rifarsi una verginità con il Nuovo centro destra. Però resta uno dei personaggi meno sopportati della sua stessa parte politica. L'imitazione inventata da Crozza resterà un marchio indelebile, più di tante attività politiche di cui si potrebbe perlomeno discutere.

Expo 2015 ha dunque posto fine alla carriera di chi lo aveva tanto voluto. Nel frattempo però, chi era rimasto più nell'ombra ha potuto rimediare lauti stipendi. Non a caso i primi due anni si sono persi proprio per discutere di chi doveva sedere dove. E nel frattempo gli stipendi venivano pagati. E il tempo passava, tant'è che mentre tecnici progettisti e politici venivano pagati si sono accumulati i tagli sul progetto iniziale. Doveva rendere Milano come Amsterdam e Venezia. Andrà bene se riusciranno a creare un fossato intorno a una gigantesca piattaforma di cemento.