Stanotte i carabinieri hanno affidato alla giustizia l'ergastolano Domenico Cutrì, evaso dopo un sanguinoso scontro a fuoco. Il giovane condannato all'ergastolo per l'omicidio di un polacco non era lontano dalla zona dell'evasione. Le forze dell'ordine avevano ragione a ritenere che il detenuto non si fosse allontanato dalla zona.

Domenico Cutrì era stato liberato lunedì scorso alle 15:00 da un commando di 7 uomini tra cui due suoi fratelli: Antonino Cutrì morto durante l'agguato per le gravi ferite riportate. L'omicida deve scontare la detenzione massima per avere ucciso un ragazzo polacco che aveva insidiato la fidanzata sebbene si sia sempre proclamato innocente e da qui l'intento di liberarlo da parte del clan familiare.

Infatti la madre è indagata per favoreggiamento e lanciava appelli al figlio perché si nascondesse. Ma questa notte le forze dell'ordine hanno sfondato le porte del suo covo, posto in una palazzina in restauro vicino alla casa dei genitori sorprendendolo nel sonno.

Insieme a lui un pregiudicato di 35 anni Luca Greco, imputato di far parte dello stesso comando. Il detenuto viveva in uno stato di degrado, da quando era stato aiutato a fuggire dal Tribunale di Gallarate. Infatti nell'abitazione hanno trovato un misero fornello da campeggio per cuocere pasta e scatolette di tonno. Inoltre hanno rinvenuto una pistola e alcune dosi di marijuana. Domenico Cutrì non ha opposto resistenza all'arresto mentre i suoi familiari intervistati non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito.

La mamma aveva portato il figlio Antonino morente all'ospedale, incitando il pregiudicato a non farsi prendere. Stamani le tapparelle della casa materna sono restate chiuse. In settimana erano stati acciuffati gli altri componenti tra cui l'altro fratello minore e la compagna di Antonino Cutrì, indagata per aver fatto da base resasi latitante con il figlio piccolo di 5 anni.