Era il 13 agosto 2007, una mattina afosa che anticipava il ponte di Ferragosto. Le città erano avvolte da nuvoloni carichi di umidità che rendeva l'aria irrespirabile sopratutto in Pianura Padana. Mentre chi poteva cercava refrigerio al mare, una ragazza di buona famiglia di Garlasco veniva uccisa con diversi colpi alla testa. I genitori vennero raggiunti dalla tragica notizia della morte della figlia modello quando erano in vacanza. Da allora sono passati anni di lunghe battaglie per affidare l'assassinio alla galera. 

Ma ricordiamoci i fatti: Chiara Poggi fu trovata morta nella villetta dei genitori a Garlasco.

La ragazza fu trovata con indosso il pigiama in un lago di sangue dal fidanzato Alberto Stasi che aveva dato l'allarme ai carabinieri. I soccorsi non avevano potuto fare niente per la ragazza che era stata inseguita per la casa prima di soccombere ai colpi inferti mentre il fidanzato si è sempre dichiarato estraneo. Per l'omicidio furono fatte mille supposizioni, un maniaco, uno straniero o uno che conosceva bene con il quale aveva avuto una lite finita male. Il ragazzo ha sempre detto di averla trovata già morta quando era andato in bicicletta a fargli vista come tutti i giorni. Tra gli indizi contro di lui ci furono le suole delle scarpe troppo pulite per la scena del delitto invasa dal sangue della vittima e tracce ematiche trovate sulla bicicletta.

Le indagini stabilirono che le macchie sulla bici erano sangue mestruale perso dalla vittima ma la madre non ha mai creduto a questa versione. Inoltre sul computer del ragazzo vennero scoperti dei film pedo-pornografici che potrebbero aver innescato il litigio finito in tragedia tra i due fidanzati.

La mamma afferma che la figlia si sarebbe arrabbiata moltissimo nel sapere che il fidanzato guardava film porno e di non credere più nella sua innocenza.

Tra poco si riaprirà il secondo Processo D'Appello per stabilite una volta per tutte se Alberto Stasi dovrà scontare la sua pena dietro le sbarre. La mamma Rita che è sempre rimasta unita a suo marito nonostante le difficoltà incontrate nei lunghi 7 anni di calvario giudiziario avverte la presenza della figlia tra le mura domestiche, dichiarandosi felice e sicura che l'assassinio avrà vita breve.

Rita Poggi che non ha mai mostrati momenti di cedimento è soddisfatta dei risultati della Cassazione che ha ribaltato il verdetto a sfavore di Stasi che dovrà nuovamente essere processato per questo atroce delitto di un caldo 2007.