Non è ancora finita la storia degli indipendentisti veneti arrestati lo scorso 2 aprile con l'accusa di terrorismo per aver costruito un tanko a modello di quello costruito nel 1997 dai Serenissimi dell'attacco al campanile di San Marco nel momento dell'anniversario del plebiscito del 1886 che legò la millenaria Repubblica di Venezia al novello Stato italiano.

Attualmente è rimasto in carcere solo uno degli arrestati, il veneto Luigi Faccia, che si è dichiarato prigioniero di guerra, appellandosi alla convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri, e che si sarebbe rifiutato di presentare istanza di scarcerazione.

Gli altri, da Lucio Chiavegato a Maria Marini, sono stati completamente assolti da qualsiasi accusa. Un altro piccolo gruppo si trova agli arresti domiciliari, in attesa dell'udienza che li scagionerà definitivamente

Non tutti ancora sanno che nel gruppo degli indipendentisti arrestati non c'erano solo esponenti dei movimenti indipendentisti veneti che si stavano riunendo in una alleanza. Fra loro c'erano alcuni esponenti di movimenti indipendentisti lombardi, uno di un movimento indipendentista piemontese e anche il rappresentante di un movimento indipendentista sardo: Salvatore Doddore Meloni, che era già noto per aver proclamato la repubblica di Malu Entu sull'isola di Mal di Ventre.

''Deu arrispondu e chistionu scetti in sadru''

Salvatore Meloni, detto Doddore Meloni, membro di Meris in Dommu Nosta Malu Entu, firmatario dell'alleanza fra indipendentisti ,è stato indagato e ha subito il sequestro di un paio di computer, di un hard disk e di altro materiale il 30 aprile si è presentato davanti al tribunale di Brescia.

Quando il giudice gli ha chiesto se aveva qualcosa da dichiarare, ha risposto nella sua lingua, il sardo: ''Deu arrispondu e chistionu scetti in sadru'',cioè ''posso parlare e ragionare solo in sardo".

La dichiarazione di Doddore Meloni è stata seguita dalla richiesta di un traduttore e dalla presentazione, da parte dell'avvocato difensore, di una serie di documenti emessi, fra l'altro, dal GUP di Oristano, che attestano la necessità di un traduttore di lingua sarda.

I documenti ufficiali presentati dall'avvocato sono tutti scritti in lingua sarda.

La camera di consiglio avrebbe rifiutato la richiesta con la motivazione che a Brescia non è conosciuto nessuno che possa fare da traduttore e Meloni si è fortemente lamentato. Il compromesso poi pare sia stato raggiunto perchè all'uscita dal tribunale Doddore Meloni avrebbe dichiarato di sentirsi soddisfatto.

La forza del rifiuto della lingua italiana a favore della lingua sarda e soprattutto l'emissione e la presentazione di documenti ufficiali in lingua sarda hanno sono il fortissimo segno dell'unità della nazione sarda.