Storie del genere ne abbiamo già sentite, di bambini trattati diversamente nelle mense scolastiche in base agli inadempimenti dei propri genitori. A quelli che pagano puntualmente le rette, viene servito il pranzo completo; a chi no viene sottratto qualcosa. Ci fu anche il caso di una Scuola che affisse l'elenco dei genitori inadempienti. Una gogna pubblica che si riversa irrimediabilmente sull'orgoglio dei figli.

Del resto, da che mondo è mondo, a pagare le colpe dei grandi sono sempre i più piccoli, che così già nei primi anni di vita conoscono cosa sia la disuguaglianza sociale.

Un nuovo caso ci giunge da Pomezia, Comune guidato dai Cinquestelle nella figura del Sindaco Fabio Fucci. A riportarla il Corriere della sera. La Giunta ha lanciato un bando valido per tre anni con il quale saranno forniti due tipi di pasti diversi negli asili e nelle elementari, dai prezzi diversi: uno base di 4,40 euro a pasto, 4 se senza dessert.

Il Sindaco giustifica così la sua scelta: «A pranzo tutti i i bambini mangiano la stessa cosa. Ma gli altri - sostiene Fucci - avranno già la merenda da casa, dove è la discriminazione?». Dunque, chi non può permettersela se la porti da casa, una sorta di "mangino le brioche…portate da casa sua!" di monarchica memoria.

Va all'attacco il Pd, per la cui questione si sono mossi perfino dei Senatori: «La scorsa estate, alcuni rappresentanti dei genitori ci hanno chiesto un menu più corposo e uno più leggero, volevano spendere di meno.

Ci è sembrata una grande discriminazione».

Discriminazione vera o dibattito da "campagna elettorale"? Dispiace solo che riguardi i bambini, che con le elezioni e i conti in dissesto delle scuole, dovrebbero centrarci poco.