Il FATTO - "Doveva smettere di molestare la mia donna". Queste le parole di Antnio Murgia che, nella confessione, ammette di aver accoltellato a morte Davide Caccamo (35) lo scorso 29 giugno. La vittima è giunta in ospedale con l'arteria femorale recisa e lì non ce l'ha fatta.

DELITTO PASSIONALE - I carabinieri hanno riferito che l'assassino ha subito messo in chiaro che la droga non c'entra niente, e che questo è stato solo un delitto passionale. Scagionando così da una possibile complicità la sua attuale convivente, ex della vittima.

L' ARMA - Murgia ha detto agli inquirenti il luogo dell'arma usata durante l'omicidio.

Si tratta di un coltello a serramanico della lunghezza di 20 cm ritrovato sulla riva del fiume che scorre poco distante dalla Certosa di Pavia, dove l'uomo risulta domiciliato.

LA DINAMICA - Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, intorno alle 0.45 del 29 giugno la Mercedes con a bordo l'assassino e la fidanzata avrebbe casualmente incontrato l'auto della vittima. I due uomini si sono scambiati sguardi di fuoco e frasi ingiuriose. Poi la scintilla, Murgia ha estratto il coltello e ferito in modo gravissimo il rivale, che continuava a insistere con la sua ex perché tornasse con lui. Grazie alle testimonianze dei passanti e alla conoscenza del sottobosco criminale del territorio, i militari hanno prima individuato la ragazza e poi sono risaliti al suo convivente.

Murgia è stato portato in caserma e, una volta messo di fronte alle prove schiaccianti (in casa sua sono stati trovati i suoi vestiti ancora insanguinati), ha confessato.

L'ACCUSA - Murgia è accusato di omicidio volontario ed ora, secondo l'art. 575 del nostro codice penale ed in base alle aggravanti o attenuanti stabilite dal giudice, rischia dai cinque anni all'ergastolo.