Se da una parte l'estate di quest'anno sarà ricordata tra le peggiori di questi ultimi anni, dall'altra parte -in special modo nell'Italia del centro nord- la mancanza della morsa di calore e le frequenti precipitazioni stanno facendo spuntare quintali di funghi di vario genere. Secondo le stime della Coldiretti si prevede un raccolto di oltre 30000 mila tonnellate su quasi 10 milioni di ettari di bosco presente sul territorio nazionale, e con un fatturato -più o meno- di 1 miliardo di euro. Le regioni che faranno la parte del leone sono Trentino, Veneto, Lombardia e Toscana.

Questo perché la pioggia ha creato le condizioni ottimali di umidità così come richiede il fungo. Con una temperatura media di circa 19 gradi all'interno del bosco. La raccolta dei funghi che è già iniziata, anticipatamente, da quasi una trentina di giorni e che coinvolge appassionati e professionisti, alzerà l'asticella del turismo ecologico. A beneficiarne di più sarà la Toscana che conta sul proprio territorio ben oltre 4000 aziende di agriturismo. A distanza segue il Trentino con circa 3000 aziende. La raccolta dei funghi, però, non richiede soltanto entusiasmo ed improvvisazioni. Ci sono delle regole da osservare oltre che rispettare le norme che ciascun Comune pone a tutela del proprio territorio con specifici vincoli.

E' preferibile non avventurarsi nei boschi con sacchetti di plastica, bensì è opportuno munirsi d'un contenitore di vimini, rispettando -là dove è prescritto- la quantità massima del raccolto. Mentre la prima regola, anche per i non principianti, da tenere presente bene in mente è quella di non eccedere nella propria sicurezza e professionalità.

L'intossicazione da funghi velenosi purtroppo non è una rarità. Secondo una statistica degli ultimi anni circa il 40% delle famiglie ogni anno vanno a funghi. E soltanto il 13% dichiara di conoscere per davvero bene questi vegetali. Mentre ancora più bassa è la percentuale di coloro che fanno controllare il proprio raccolto da un Centro qualificato.

Pertanto, ai primi disturbi di una indigestione sarebbe opportuno correre dal medico. I primi segnali sono il vomito, la diarrea e la nausea. Facendo bene attenzione che questi sintomi inizialmente possono trarre in inganno. La medicina considera l'intossicazione a breve termine se i sintomi compaiono entro le quattro ore dall'ingestione. Mentre se i disturbi si manifestano dopo sei ore, dal consumo dei funghi, l'intossicazione viene considerata a lungo termine: ed è quest'ultima la situazione più pericolosa ed a rischio. In caso, allora, di "malasorte" l'unica terapia possibile è quella che viene praticata negli ospedali. E non serve ricorrere alla "pratica tradizionale" o alla voce popolare.

Opportuno, invece, è puntare sulla prevenzione la quale è l'arma più efficace. Ma pur sempre senza trascurare alcune regole di base che sono il controllo del raccolto presso i Centri specializzati, che abitualmente svolgono un servizio gratuito; l'accortezza di evitare il contatto dei funghi che si considerano sospetti con quelli buoni; la raccolta di funghi di piccole dimensioni da rinunciare; la cottura dai 30 ai 45 minuti. Infine, essi vanno consumati entro le 48 ore dalla loro raccolta.