Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha confermato che un'indagine interna ha rivelato che l'esercito iracheno ha pagato 50.000 soldati che non esistono. Il nuovo primo ministro, in carica da settembre, ha confermato che esistono negli archivi personale dell'esercito iracheno migliaia di nomi fasulli. Si può intuire come questa indagine sia il frutto delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti su al-Abadi, a seguito dello sgretolarsi dell'esercito iracheno al primo scontro con l'ISIS.

Incapacità strategica, nonostante la superiorità in armamenti, il cancro della corruzione onnipresente e tassi di diserzione prossimi al 50% hanno provocato una certa irritazione negli alleati che fino ad ora hanno fornito armi e addestramento.

L'Iraq secondo Corruption Perceptions Index 2012 è il 5° Paese più corrotto al mondo, il primo in medio oriente. L'80% di ogni miliardo di dollari gestito dalla Banca Centrale Irachena si volatilizza in operazioni oscure all'estero. Almeno 4 sono le divisioni che hanno ceduto le armi all'ISIS senza nemmeno combattere, rapportati ai 20 miliardi di dollari spesi dagli USA per l'addestramento e armamento dell'ex esercito di Saddam dal 2003, si può intuire lo sconcerto.

Un soldato iracheno guadagna 600 dollari al mese, dai calcoli i "soldati fantasma" potrebbero essere costati una cifra come 380 milioni di dollari l'anno e questa è una stima al ribasso. I fondi per la sicurezza sono stati saccheggiati dal 2003 ad oggi in senso crescente, la corruzione e l'inettitudine, che durante l'operazione "Desert Storm", faceva sorridere i soldati americani vedendo le condizioni dell'esercito iracheno, ora creano imbarazzo e reazioni internazionali.

Gli esperti sono alla caccia dei colpevoli, certo non è difficile immaginare che i generali saranno i primi indiziati. Abadi sembra deciso a proseguire nell'indagine e le sue dichiarazioni sono state accolte dagli applausi del parlamento. "Stiamo perdendo soldi e tempo" ha detto il primo ministro. Numerosi ufficiali sono stati costretti alle dimissioni e subito rimpiazzati con personale più leale all'attuale governo.

I problemi dell'esercito iracheno sono molti, uno di questi è il pessimo addestramento sotto il profilo dei valori e della tecnica di combattimento.

Ora gli Stati Uniti pretendono almeno tre divisioni pronte per l'offensiva di terra contro i terroristi dell'ISIS e un riarmo delle tribù sunnite nel nord dell'Iraq. Il Pentagono ha chiesto fondi per 370 milioni di dollari, necessari al riarmo delle tribù e delle forze curde. Per armare le tribù sunnite serve cautela, dare armi a caso potrebbe dire destabilizzare il potere di Abadi e far ripiombare l'Iraq nel caos.