E' stato convalidato il fermo di Veronica Panarello accusata di omicidio del figlio, il piccolo Loris Andrea Stival, ucciso nella mattinata di due settimane fa, sabato 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Il Gip che ha esaminato il caso, Claudio Maggioni, ha confermato il fermo della donna giustificato con l'"azione efferata e l'indole malvagia di Veronica Panarello", una "condotta cinica che ha avuto come volontà quella di infliggere sofferenze al piccolo Loris".

A carico della madre è soprattutto un quadro di indizi particolarmente grave che ne ha determinato il fermo: il giudice ha valutato il pericolo di fuga della donna, ma anche la possibile reiterazione del reato.

Particolarmente determinanti nella decisione del giudice sono stati i tre fotogrammi che non lascerebbero dubbi su come siano andate le cose quella mattina: nel primo fotogramma, Veronica Panarello esce di casa in auto con Loris ed il fratellino; nel secondo i giudici vedono in Loris una sagoma che va verso casa, mentre nell'ultimo fotogramma di nuovo l'auto della madre Veronica, una Volkswagen Polo nera, esce dal garage. Di fronte al quadro accusatorio del giudice, Veronica Panarello ha mantenuto sempre la propria linea difensiva: il silenzio. Silenzio che non ha portato a nulla di positivo per l'imputata che ha continuato ad affermare semplicemente di "non aver ucciso Loris, il suo bambino".

Omicidio Loris Stival: il cellulare di Veronica Panarello muto per 10 minuti, la madre diede a Loris le chiavi per rientrare

Proprio sulla base della ricostruzione fatta dai fotogrammi delle telecamere visionate dagli investigatori, si fa largo l'ipotesi, portata avanti dal quotidiano "Il Messaggero", secondo la quale la donna, rientrata a casa alle 8.49 e uscita di nuovo alle 9.25, avrebbe parcheggiato l'auto di nuovo in garage, pur sapendo di dover uscire di nuovo nel giro di poche decine di minuti.

Circostanza definita "strana" anche dallo stesso marito di Veronica, Davide Stival.

Dai fotogrammi si arriva alla conclusione che Loris a scuola non è mai andato, tornando a casa pochi minuti dopo l'uscita da casa con la madre e il fratellino. Le chiavi di casa, secondo il marito, sarebbero stati dati dalla stessa Veronica al figlio Loris per farlo rientrare nell'abitazione prima suo arrivo: secondo l'accusa, l'omicidio sarebbe avvenuto proprio all'interno delle mura di via Garibaldi, 82.

Il corpo di Loris sarebbe stato messo nell'auto della donna dall'interno, passando dalla tromba delle scale fino al garage, e ciò spiegherebbe perché quella mattina, per 10 interminabili minuti, tra le 8.49 e le 9.25, il cellulare di Veronica sarebbe rimasto irraggiungibile. Resta da capire, seguendo questa pista, se la donna abbia fatto tutto da sola, trasportando il corpo per tre piani senza ascensore e riuscendo ad evitare i vicini di casa oppure se sia stata aiutata da qualcuno o, ancora, se qualcuno si sia improvvisato complice in quei drammatici minuti.