Nel 2010 il famoso terrorista turco Alì Agca, che nel 1981 sparò al pontefice Giovanni Paolo II quasi uccidendolo, confessò che tale attentato gli fu commissionato da diversi individui, tra i quali uno dei presunti sarebbe stato l'oramai defunto cardinale Agostino Casaroli (Castel San Giovanni 1914-Città del Vaticano 1998). Impossibile dimostrare se tale affermazione fosse vera o falsa, ma dubbi sulla veridicità sorgono in quanto è risaputo che Agca abbia nel corso degli anni modificato più di 100 volte il vero motivo riguardante il mancato assassinio di Woytila.

Tuttavia le confessioni di allora sono sovrapponibili a quanto confessato da Marco Fassoni Accetti in procura nel marzo 2013. Marco Accetti, si ricorda, è un fotografo e regista indipendente romano (di origine toscana), che si è autoaccusato del duplice rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, dando apparentemente nuovi risvolti e nuovi punti d'indagine ai magistrati titolari del caso. Lo stesso Accetti, sulla lista degli indagati ed a breve rinviato a giudizio, si palesò dinanzi al procuratore Giancarlo Capaldo pochi mesi dopo l'uscita del libro di Agca "Mi avevano promesso il Paradiso", in cui però l'ex terrorista turco smette di dare la colpa al cardinale Casaroli, accusando stavolta l'ayatollah Khomeyni come mandante dell'eliminazione fisica del papa polacco.

Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere della Sera e scrittore del libro Il Ganglio, in cui parla di una presunta lotta tra fazioni vaticane dalle quali sarebbe in seguito maturato il rapimento di Emanuela e Mirella, scrive: "Il combinato disposto di tali affermazioni, nonché soprattutto, l'analisi della successione temporale delle diverse ricostruzioni- avrebbe potuto fornire materiale utile ai fini dell'inchiesta Orlandi-Gregori, tutt'ora aperta, qualora lo stesso Agca nelle scorse ore fosse stato convocato e sottoposto a formale interrogatorio".

Agca però non è stato possibile ascoltarlo in procura, sia perché espulso dall'Italia in quanto in possesso di documenti non regolari, sia perché per i pm Giancarlo Capaldo e Simona Maisto non è un personaggio credibile. Tornando indietro di circa 5 anni, Agca all'epoca confessò che l'allora segretario di Stato del Vaticano Casaroli, avrebbe utilizzato due agenti, un tale "Padre Michele" ed un secondo oscuro individuo per far arrivare l'ordine agli esecutori materiali dell'attentato al papa.

Agca disse che avrebbe fatto prove e simulazioni assieme al fantomatico padre Michele e ad un altro agente vaticano. L'arma usata per il folle gesto era stata importata dall'Austria. "Ho ricevuto 50.000 dollari" dichiarò all'epoca Agca "Non dovevo uccidere il papa, ma solo ferirlo per far avverare il Terzo Segreto di Fatima". Scopo del ferimento sarebbe stato inoltre il crollo dell'Impero Sovietico.