A quattro giorni dal naufragio della Norman Atlantic la verità su ciò che sia realmente accaduto sembra ancora lontana. Non soltanto sono da chiarire le circostanze del misterioso rogo avvenuto a bordo del traghetto, ma i misteri sono molti, a cominciare dalle persone a bordo: quante erano? E perché ci sono due liste di passeggeri? I conti non tornano, e per di più iniziano ad emergere dubbi sul comportamento del comandante e dell'equipaggio durante l'emergenza.

Spento il rogo, il fumo continua a salire dalla nave divenuta oramai una trappola mortale, ancora nessuna certezza su quante siano state le vittime ed i dispersi, il bilancio ufficiale e provvisorio è di undici morti tra cui tre italiani (originari di Napoli), ma pare che il numero sia destinato a salire.

Tutti sono convinti, non solo la procura, che a bordo del relitto ci siano altri cadaveri. Non è dato sapere come la pensa invece Argilio Giacomazzi, il comandante della Norman Atlantic, arrivato ieri sera a Brindisi a bordo della San Giorgio ed accusato di omicidio colposo plurimo e di lesioni colpose. Per cinque ore ha risposto alle domande del pm, spiegando di aver assolto a tutti i suoi doveri di comandante. Il legale di Giacomazzi, Alfredo Lonoce, ribadisce le affermazioni del suo cliente, considerandolo una persona esemplare, un eroe.

Il comandante avrebbe dato in primis l'allarme all'equipaggio, affinché verificasse la natura e lo status dell'incendio, solo in un secondo momento sarebbero stati avvertiti i passeggeri, che invece affermano di essere stati lasciati soli per tutta la durata del sinistro.

Riguardo tale disastro c'è un altro mistero non assolutamente ignorabile: perché non tutte le scialuppe di salvataggio sono state messe in acqua? Altro quesito di cui dovrà farsi carico Giacomazzi davanti ai giudici.

Uno dei passeggeri, Uranìa, di origine greca e sopravvissuta al disastro, conferma il numero più che sufficiente delle scialuppe che avrebbero potuto limitare il numero di morti.

Il fuoco avanzava nella notte e non c'era modo di fermarlo o di fuggire. Il tutto è stato aggravato da inefficienza ed incompetenza dell'equipaggio, un altro mistero: quanti veicoli si trovavano nella stiva? Troppi comunque i camion a bordo, pesanti e pieni d'olio, 128 secondo i dati ufficiali.

Come sia scoppiato il devastante incendio ancora lo si ignora, ma è d'uopo farsi un'altra domanda: come mai le fiamme si sono propagate così celermente?

Tanti sono caduti in mare dalle scale nel disperato tentativo di salire su una barca, forse dopo le opportune verifiche da parte della procura, il relitto risponderà a tutti questi inquietanti quesiti. La società armatrice della Norman voleva spostare il relitto del traghetto in Albania, impresa poi fallita. Tutti corrono in soccorso e cercano di far valere la propria verità in questa triste e sciagurata vicenda.