Purtroppo la cronaca nera non riguarda solamente l'Italia ma tutto il resto del mondo, tanto è vero che sono ben undici le persone morte a causa di un attentato terroristico avvenuto in Libia a Tripoli, dove un commando formato da cinque jihadisti ha attaccato la sede diplomatica situata nel Corinthia Hotel. Tra le persone uccise si trovano cinque stranieri, tra i quali un uomo originario dalla Corea, due donne di origine filippina, un uomo francese e un cittadino degli Stati Uniti d'America. Invece, gli italiani che si trovavano sul posto sono riusciti a mettersi in salvo.

Questo attentato, oltre a dimostrare che la situazione in Libia è oramai fuori controllo, avvalora la tesi che lo scopo dello Stato islamico è giungere in Europa attraverso la Libia, ma scopriamo insieme quali sono le intenzioni dell'Isis.

La minaccia che giunge forte e chiara in Europa da parte dell'Isis pare sia prossima e sembra sia stato riferito mediante un resoconto dello Stato islamico che menziona l'immigrazione clandestina, ovvero approffitare degli immigrati infiltrando i sovversivi sulle barche che giungono direttamente dalle coste della Libia. Molti dei terroristi in questo modo potrebbero sopraggiungere nei centri delle città e, come annuncia l'Isis, trasformare i paesi dell'Europa in un vero e proprio inferno.



L'ex ministro della Libia, Ali Tarhouni ha messo all'erta l'Europa, annunciando che l'Isis supervisiona i tragitti degli immigrati clandestini provenienti dalla Libia, perciò i paesi europei non dovrebbero sottovalutare il fatto che i terroristi sono perfettamente in grado e soprattutto dispongono dei mezzi per poter penetrare a Malta oppure a Lampedusa, in Sicilia.



Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha annunciato che tutta la comunità internazionale dovrà proferire a voce alta e decisa, che i tentativi intimidatori tramite gli attacchi terroristici non avranno nessun effetto: gli attentati, infatti, rappresentano una manovra per ostacolare l'impegno profuso a Ginevra per trovare un accordo di pace tra i paesi in ostilità in Libia.