Michel Houellebecq sconvolto dall'attentato a Charlie Hebdo e dalla perdita del suo amico, l'economista Bernard Maris che riteneva Michel un genio, ha lasciato Parigi per trasferirsi in montagna per un po'. Destinazione ignota. Ha sospeso il lancio del suo nuovo romanzo d'attualità "Sottomissione" (in uscita giovedì in Italia), guardato con sospetto dall'establishment e da giornali come Le Monde e Nouvel Observateur. Il suo è un romanzo di fantapolitica incentrato sull'elezione nel 2022 di un politico arabo, Ben Abbes della Fraternità Musulmana, alla presidenza della Repubblica francese in contrasto col Fronte Nazionale di Marine Le Pen.

Secondo l'utopia del libro, sarà la vittoria del musulmano moderato a salvare la Francia dalla crisi economica.

Racconta anche della conversione all'Islam di un professore della Sorbona per questioni sentimentali. Prima di allontanarsi da Parigi, lo scrittore ha voluto rilasciare un'intervista al 'Grand Journal' di Canal Plus per smentire fermamente l'accusa d'islamofobia che qualcuno vuole attribuirgli (il suo libro è piaciuto anche ai musulmani) o di voler strumentalizzare il Fronte Nazionale. Houellebecq è un provocatore nato che in passato si trasferì in Irlanda per diversi anni dopo essere stato accusato di odio razziale con tanto di assoluzione.

"Sottomissione" è stato presentato sulla copertina di Charlie Hebdo lo stesso giorno in cui si è verificato l'attentato.

Tutto quello che ne è seguito a Parigi sembrava paradossalmente riprodurre alcune pagine del suo libro visto che il racconto inizia con scene che dipingono una Francia sull'orlo della guerra civile: attacchi terroristici, silenzio stampa, TV e telefonini che non funzionano. Profetico. Una coincidenza che non riesce a passare inosservata come la presenza nel posto giusto al momento giusto di chi ha scattato le foto dell'attentato, Amchai Stein, vicedirettore della tv israeliana Channel 1.

Israele sapeva in anticipo? Difficile non chiederselo.

Il romanzo di Houllebecq dipinge il declino della società occidentale, la crisi dei valori. Lo scrittore è stato accusato di razzismo e anti-islamismo, materialismo, cinismo: in realtà, avverte che il nostro mondo occidentale è malato. Michel scava in una sinistra lontana ormai dai suoi ideali e in una destra che forse non ne ha mai avuti, in una profonda solitudine, disperazione e agonia dell'uomo d'oggi e trasforma tutto questo in qualcosa di esilarante.

Dopo l'attentato, il primo ministro francese Manuel Valls si è rivolto ai reporter dicendo: "La Francia non è Houellebecq. Non è intolleranza, odio e paura."

Sulla copertina del numero di Nouvel Observateur della scorsa settimana, lo scrittore è ritratto mentre si reca alla sede del giornale prima dell'attentato dicendo: "sono sopravvissuto ad ogni attacco"Se è per questo l'ha scampata anche il capo redattore Gerard Biard, che il giorno dell'attacco si trovava a Londra e che oggi è il nuovo direttore della rivista Charlie Hebdo. "Sottomissione" è da leggere per quella combinazione di ironia e verità, sarcasmo e disperazione tipica di Houellebecq, e se non altro in nome della libertà d'opinione di un personaggio sorprendentemente profetico e profondo.

Il tema principale di questa fiaba fantapolitica non è l'Islam né l'islamofobia, bensì la ricerca disperata dell'amore lontano dai limiti egoistici tipici dell'individuo contemporaneo. Meglio sottomettersi al piacere dell'amato che limitarsi a ricompensare chi ci dà piacere.