Non si ferma l'orrore in Niger, dopo le bambine usate come kamikaze, ora la violenza religiosa è arrivata ad incendiare chiese e a portare devastazione ovunque. E' stato un incendio violento, che si è propagato lungo i venti degli scontri interreligiosi; dopo Pakistan, Sudan, Somalia ed Algeria, la rabbia furiosa per le vignette a sfondo satirico su Maometto pubblicate sulla rivista francese Charlie Hebdo, ha infiammato anche questo stato africano. La rabbia dei musulmani non ha risparmiato i cristiani, tra ieri ed oggi ben sette chiese sono state date alle fiamme, soprusi questi accompagnati da varie devastazioni e saccheggi nei dintorni.

Almeno dieci le persone uccise durante gli scontri presso la capitale Niamey, la città di Zinder nel sud del paese e quella di Maradi nell'est. Quella che doveva essere una pacifica manifestazione anti-Charlie, si è presto trasformato in un corteo di morte e distruzione, al grido di "Allah è grande"; parole pesanti ed insulti inoltre, nei confronti di Parigi e dell'intera Francia. E' stata bruciata la bandiera francese e preso d'assalto il Centro Culturale, così come ditte francesi e negozi non musulmani. E' stata inoltre blindata l'ambasciata francese a Niamey, peraltro a tutti i cittadini di origine francese ed europea, è stato intimato di non uscire dalle abitazioni per la loro incolumità personale.

Il Niger è un'ex colonia della Francia, divenuta indipendente 55 anni fa, che però con Parigi continua ad avere ancora strettissimi rapporti. Tuttavia, come del resto accaduto anche nel Ciad e nel Camerun, c'è stata anche quì una grande infiltrazione di cellule fondamentaliste, che hanno trovato terreno fertile in un paese come il Niger, che è risaputo essere uno stato il cui credo predominante è l'Islam.

Ad ogni modo è anche vero che le vignette di Charlie Hebdo sono di una volgarità e di una blasfemia disarmante, tanto da essere considerate altamente offensive anche da chi condanna fermamente le stragi a sfondo religioso. Un'altra grande e notevole manifestazione anti-Charlie si è svolta stamani anche in Pakistan, presso Lahore, tenuta da circa diecimila sostenitori dell' organizzazione Jamaat-ud-Dawa.