Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono state tenute in più prigioni nel nord della Siria in condizioni igienico-sanitarie abbastanza pessime, ma non minacciate di morte. Così le due ragazze hanno iniziato il loro racconto ai magistrati, gran parte delle loro dichiarazioni sono state secretate e sono ora sotto riserbo istruttorio. Greta e Vanessa sono atterrate la notte scorsa all'aeroporto militare di Ciampino a Roma, fisicamente stanno bene, ma sono spossate a causa dello stress, della paura e della disperazione comprensibili per questi sei mesi di prigionia.

"Non siamo mai state minacciate di morte, sono stati sei mesi difficili, ma non abbiamo subìto violenze" il racconto delle due giovani cooperanti tenute sotto sequestro per 168 giorni dai terroristi siriani, inizia così; a Ciampino le ragazze sono state accolte dal Ministro degli Esteri Gentiloni, al quale hanno accennato solamente un lieve sorriso. I loro volti erano molto provati, tutt'altro aspetto se confrontato con quelli delle foto rese pubbliche pochi giorni dopo il loro rapimento avvenuto lo scorso luglio. Due belle ragazze solari, una di 20 e l'altra di 21 anni, tornate a casa con il volto pallido e lo sguardo quasi assente, libere ma ancora prigioniere di fantasmi e brutti ricordi difficili da dimenticare così facilmente.

Chi le ha incontrate ha riferito che Greta e Vanessa ripetono per istinto alcuni gesti e movenze obbligate a fare durante i sei mesi di prigionia: "Siamo rimaste sempre in Siria, ma in luoghi diversi" avrebbero detto agli inquirenti. Non sono state in grado di descrivere i volti dei loro carcerieri, in quanto (hanno spiegato) avrebbero avuto sempe il volto coperto.

Non hanno saputo dire se per la loro liberazione sia stato effettivamente pagato quel famoso maxiriscatto da dodici milioni di dollari (tale è la cifra secondo le fonti dei ribelli siriani). I verbali del loro interrogatorio sono stati secretati, ma non si esclude che le ragazze dovranno sostenerne altri nei prossimi giorni.

"Ero angosciato, ma allo stesso tempo ottimista sull'ottimo lavoro che le istituzioni avrebbero fatto, così è stato" ha annunciato contento Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa. Matteo Ramelli, fratello di Greta, ha dichiarato ai giornalisti: "Io e la mia famiglia ringraziamo tutti, gli italiani e lo Stato in primis, poi l'unità di crisi che è stata eccezionale". Riguardo il riscatto pagato a loro favore, per il governo è solo un'illazione, mentre per altri sarebbe un'assoluta certezza, e su questo montano le polemiche. Il Ministro Gentiloni ha cercato di risolvere la questione nell'intervento urgente alla Camera dei Deputati: "Io voglio quì ribadire che in tema di rapimenti l'Italia si attiene a regole ed a comportamenti condivisi sul piano internazionale, e che abbiamo operato in continuità con la linea seguita nel tempo dai governi che si sono succeduti. Non è la linea di questo governo, è la linea dell'Italia".