Lo scandalo della Terra dei Fuochi arriva sul banco di Strasburgo dove l'imputato per cui è stata chiesta una condanna è l'Italia. Oltre 3.500 persone hanno presentato circa quaranta ricorsi collettivi alla Corte Europea dei diritti umani denunciando l'Italia per la violazione del diritto alla vita e all'informazione corretta e tempestiva. Nei vari ricorsi presentati si specifica la violazione all'art. 2 della Convenzione europea dei diritti umani secondo cui "il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge" nonché la violazione all'art.

10 da parte delle autorità italiane della suddetta Convenzione che sancisce il diritto ad essere informati correttamente oltre alla libertà d'espressione. La violazione del diritto alla vita riguarda l'emergenza rifiuti e roghi tossici in Campania.

I 3.500 ricorrenti chiedono l'accertamento della violazione del diritto alla vita, denunciano che la causa scatenante delle malattie contratte (migliaia di decessi registrati ) coinvolge il fattore geografico della Terra dei Fuochi. Lo Stato Italiano ha ignorato che il diritto all'ambiente è un tutt'uno col diritto alla salute, tutelato come diritto primario dalla Costituzione (art. 32) ed ha omesso di difenderlo da inquinamento e degrado scaturiti da illeciti ambientali.

Inoltre, non ha operato per tutelare l'ambiente dimostrando gravi mancanze sia a livello legislativo che amministrativo rendendosi più volte moroso dinanzi all'adempimento degli obblighi comunitari e costituzionali per un caso gravissimo che coinvolge la Regione Campania. Un caso che è stato ripetutamente oggetto di attenzione della Corte di Giustizia U.E.

(nel 2007 e 2010) e della Corte di Strasburgo (nel 2012).

Dovrà essere valutata la grave e colpevole incapacità e negligenza delle istituzioni italiane, consapevoli del traffico illecito di rifiuti che da tutta Italia confluivano nelle zone agricole del casertano e del napoletano. Il pentito Carmine Schiavone ha parlato chiaro confermando che la vicenda è iniziata nel 1988 e che sia la Direzione Nazionale Antimafia che quella Distrettuale fossero a conoscenza del fatto: la sua audizione avveniva nel 1997 ma è stata resa nota solo nel 2013, dopo 16 anni.

Si richiede la condanna dello Stato Italiano per tutto questo a Strasburgo.

I cittadini richiedono la rimozione della causa e degli effetti dell'inquinamento ambientale, il risanamento delle falde acquifere, controlli scrupolosi sui prodotti agroalimentari e risarcimento del danno esistenziale per chi rischia il tumore e la morte. Il numero di casi di tumori continua a crescere inesorabilmente. Se si avviasse un ricorso in Italia, nella migliore delle ipotesi arriverebbe a sentenza tra 7-8 anni. Inaccettabile, dopo vent'anni di violazione del diritto alla vita. Ecco perché i ricorsi sono stati presentati alla Corte dei diritti dell'uomo. La Corte ha raccolto le denunce contenute nei 40 ricorsi e, al momento, non c'è stata alcuna comunicazione da parte di Strasburgo al governo italiano. L'iter delle procedure da parte dei giudici è in fase iniziale e non resta che attendere di sapere quali saranno le reazioni e quali provvedimenti prenderà la corte di Strasburgo.