Il noto cantautore genovese, attuale presidente della Siae, Gino Paoli, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Genova con l'accusa di evasione fiscale. Secondo l'inchiesta della procura genovese, l'artista avrebbe trasferito in un conto svizzero 2 milioni di euro, evadendo dalla dichiarazione dei redditi del 2009 la cifra di 800 mila euro. Indagati con il cantautore anche la moglie, Paola Penzo, il commercialista Andrea Vallebuona e un suo socio di studio.
Evasione fiscale per Gino Paoli: le perquisizioni della Guardia di Finanza
L'indagine che vede coinvolto Gino Paoli, è parallela all'inchiesta sulla Carige, la Cassa di Risparmio di Genova, nell'ambito della quale è stato arrestato, insieme all'ex presidente Giovanni Barneschi, anche il commercialista di Paoli, Andrea Vallebuona.
Proprio dalle intercettazioni di Vallebuona, gli inquirenti sono venuti a conoscenza dei contatti del presidente della Siae, per dei soldi portati all'estero nel 2008, mai scudati né dichiarati.
Gli inquirenti sono ora alla ricerca di prove documentali a sostegno delle intercettazioni e, soprattutto, del nome della banca svizzera nella quale sarebbero depositati i soldi. Prove ricercate attraverso perquisizioni della Guardia di Finanza che hanno interessato tre società del cantante: "Edizioni musicali senza fine", "Sansa" e "Grande Lontra".
Evasione fiscale per Gino Paoli: le reazioni politiche e l'ironia del web
La notizia dell'accusa di evasione fiscale per Gino Paoli ha suscitato immediate reazioni politiche, anche per il passato impegno del cantautore nelle file del Partito Comunista.
Matteo Salvini, segretario della Lega Nord ha twittato: "Gino Paoli, presidente SIAE, in passato parlamentare del Partito Comunista, indagato per evasione fiscale. Compagni che sbagliano?". Attacchi anche dal Movimento 5 Stelle che ne chiedono le dimissioni dal presidente della Siae.
Immediata anche l'ironia del web, dove si è in breve raccolto un campionario di commenti con perle del tipo "Il cielo in una banca" o "Il nero in una stanza". Un triste epilogo per una carriera all'insegna dell'impegno sociale che fa dubitare su quelli che potevano essere realmente i discorsi di quei "quattro amici al bar".