Mentre proseguono le indagini sulla morte di Andrea Loris Stival, bimbo di soli 8 anni, la trasmissione specializzata "Chi l'ha visto?", che non ha certo bisogno di presentazioni, ha fatto vedere alcuni video compromettenti per la madre del bambino, attualmente nel carcere di Agrigento. Si tratta dei medesimi video che fin dalla prima fase delle indagini hanno fatto trasecolare gli inquirenti, che hanno dovuto fare i conti con due diverse realtà: quella raccolta dalle telecamere e quella raccontata dalla Panarello, che a distanza di mesi ancora giura di avere regolarmente accompagnato suo figlio a scuola quel 29 novembre 2014, quando è scomparso.

E' il padre stesso di Loris a puntare il dito contro sua moglie e ad accusarla di dire falsità, poiché riconosce il loro bambino nella sagoma visibile a fianco dell'automobile davanti alla casa. All'interno c'è la moglie. Loris non sale in macchina. Il bambino sembra rientrare in casa. Gli inquirenti sostengono che negli ultimi tempi era molto dimagrito, aspetto che potrebbe testimoniare un disagio che forse scaturiva da un rapporto non facile con sua madre. O forse era turbato da qualcos'altro?



C'è poi un secondo video sul quale soffermarsi, per capire meglio qual era il loro rapporto. In queste immagini Loris è in auto con sua mamma, davanti a un negozio. Il bambino scende, entra nell'attività commerciale dove verosimilmente acquista qualcosa da mangiare, poi risale sul mezzo parcheggiato ma viene rimproverato e strattonato vistosamente da sua madre, assumendo un atteggiamento sottomesso.

Ricordiamo che secondo le testimonianze di alcuni vicini di casa dall'appartamento si udivano spesso rumori di oggetti sbattuti per terra e violente discussioni tra la donna e i bambini. Partendo dal presupposto che il secondogenito ha oggi solo 4 anni ed è dunque piccolissimo è evidente che bersaglio dei rimproveri doveva essere proprio Andrea Loris.





“Veronica aveva degli impegni e Loris era un ostacolo a questi impegni. Il movente è questo”: ne è convinto il dr. Carmelo Petralia, procuratore capo di Ragusa. Restano comunque molti gli aspetti da chiarire di questa tristissima vicenda, a partire dal mistero sullo zainetto scolastico del piccolo che non è mai stato trovato.

Si ipotizza che l'arma del delitto possa essere stata nascosta proprio all'interno. Se davvero l'assassino è Veronica Panarello quello zainetto non poteva proprio restare in casa perché avrebbe configurato la prova che il bambino non era andato a scuola, come fatto credere dalla donna. Veronica Panarello non aveva però fatto i conti con la presenza di ben quaranta telecamere, installate grazie ai finanziamenti europei nell'ambito di un progetto per alzare il livello di sicurezza nella zona.