Ci voleva Papa Francesco per mettere fine alla vicenda, che durava da 22 anni, di monsignor Oscar Arnolfo Romero Galdàmez, arcivescovo di San Salvador ucciso nel 1980 da un cecchino di estrema destra, a causa della sua lotta contro la dittatura. Il 3 febbraio scorso papa Bergoglio ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto per cui viene riconosciuto il martirio dell'arcivescovo.
Il principale merito del papa argentino non è tanto l'aver proclamato la beatitudine del monsignor Romero, ma è quella di aver riaperto la causa dell'arcivescovo di San Salvador, ormai ferma all'ex Sant'Uffizio.
Papa Francesco Bergoglio afferma di non aver mai avuto alcun dubbio su monsignor Romero, per il Papa l'arcivescovo è stato, ed è un uomo di Dio per cui il processo va svolto e il Signore deve dare i suoi segnali.
Romero, era stato, anche in vita, accusato dal Vaticano di essersi avvicinato troppo alla teologia della liberazione; proprio per questo, dopo la sua morte, i collaboratori di san Giovanni Paolo II gli consigliarono di non partecipare ai suoi funerali. Nell'udienza il papa argentino, inoltre, ha autorizzato la beatificazione dei servi di Dio Michele Tomaszek, Sbigneo Strzalkowski e Alessandro Dordi, rispettivamente due frati minori e un sacerdote diocesano, uccisi il 9 e il 25 agosto del 1991 in Perù; e la beatificazione del servo di Dio Giovanni Bacile, arciprete di Bisacquino, morto nell'agosto del 1941.
Papa Francesco sembrerebbe proprio che non ha paura di niente e nessuno, è pronto a tutto pur di liberare la chiesa dagli ostacoli che l'hanno sempre attanagliata. Come viene detto da diversi mesi: papa Francesco è il papa di tutti, il papa che sta portando la religione ad una nuova vita. Nelle ultime ore è stata confermata, entro la fine del 2015, la cerimonia nel Paese latinoamericano che dichiarerà ufficiale la beatificazione di monsignor Romero e c'è l'ipotesi che venga svolta il 15 agosto, anniversario della nascita di Romero.
A celebrare a nome del papa sarà il cardinale Angelo Amato, prefetto del dicastero per le Cause dei santi. Si è finalmente chiuso il lungo iter per elevare l'arcivescovo Romero, che fu ucciso a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura.