Continuano le indagini su Elena Ceste, 37enne di Costigliole d'Asti. La figura del marito, il 44enne vigile del fuoco Michele Buoninconti, resta al centro dell'attenzione. L'uomo, attualmente in carcere, avrebbe confidato a un amico che non sarebbe stato possibile occultare il corpo in pieno inverno, in quel particolare contesto, con rami privi di foglie, in pochissimo tempo. "Ci sarebbe voluto molto più tempo, almeno quattro minuti" avrebbe detto Michele Buoninconti: è quanto emerge dalle rivelazioni di Sandro Caruso, che è stato intervistato nel corso della trasmissione Rai "Chi l'ha visto?

". Se verranno confermate in sede processuale, queste parole andranno intrpretate con particolare attenzione. Su quali basi Michele Buoninconti può avere un'idea così precisa del tempo necessario a quella operazione? Perché fa riferimenti specifici a rami spogliati dalle loro foglie (come se li avesse effettivamente visti)? Sappiamo che secondo le tesi dell’accusa è stato lui a uccidere la moglie Elena Ceste per poi nasconderla abilmente, forse anche grazie alle sue competenze di vigile del fuoco. Resta ancora qualche incertezza sulla collocazione temporale del delitto, in quanto non è chiaro se l'omicidio sia avvenuto di mattina e precisamente quando l'uomo rincasò dopo avere condotto i figli a scuola, oppure nel corso della notte precdente.

Elena fece veramente colazione coi suoi figli?

Di certo il letto della sua camera era stato riordinato con cura, mentre le tazze in cucina erano rimaste da pulire. Fin dall'inizio delle indagini il comportamento di Michele Buoninconti, da tutti descritto come persona gelosa della moglie, è sembrato un po' stravagante e imprevedibile, con alcune manifestazioni di nervosismo che culminarono con un'aggressione a un cameraman dovuta all'incapacità di dominarsi.

Questi strani comportamenti tuttavia potrebbero finire per giovare alla delicata situazione processuale di Buoninconti essendo spia di un disordine mentale derivante dal trauma subito per l'improvvisa scomparsa della consorte. Ogni sua dichiarazione va quindi presa con le molle.

Qual è il movente del crimine?

La spinta decisiva verso l'atto delittuoso è verosimilmente da ricercarsi nei contrasti sorti all'interno della coppia.

Da un lato c'era una donna desiderosa di fare esperienze nuove e conoscere persone, dall'altra un uomo intransigente che controllava la moglie al punto da assicurare la sua auto solo per il periodo scolastico. Nelle prossime settimane ne sapremo di più.