Un pilota modello, così era stato descritto Andreas Lubitz dalla stessa compagnia aerea per cui lavorava. Tuttavia in queste ultime ore è emerso un profilo molto problematico, quello di un uomo malato che non avrebbe mai dovuto prendere il volo il giorno della strage. Quel giorno infatti Andreas Lubitz non doveva lavorare, così è attestato nel certificato medico trovato dopo un'ispezione delle autorità a casa del copilota suicida. Il suo medico aveva compilato per lui un foglio di riposo obbligatorio, foglio che lui, appena tornato a casa, non ha inoltrato alla Lufthansa, bensì ha cestinato.
Sconcertante dunque la perquisizione presso il suo elegante appartamento in cui viveva con i suoi amati genitori; questo evento non ha fatto altro che aumentare la rabbia ed il dolore dei familiari e degli amici delle centoquarantanove vittime dello schianto sulle Alpi dell'Airbus 320 della Germanwings.
Un morbo oscuro che ha avuto il sopravvento
Lubitz soffriva di depressione, un male oscuro che si era impossessato del giovane nel 2008, proprio mentre stava frequentando un corso in Germania, al fine di diventare un pilota di linea. Un male che lo ha tenuto a lungo lontano dai suoi compagni di corso circa un anno e mezzo, poi era tornato. Aveva nuovamente superato i test psico-attitudinali, ma recentemente, hanno raccontato i suoi amici e conoscenti, si era allontanato dal resto del mondo.
Andreas Lubitz ultimamente era poco loquace, anche nei confronti della sua fidanzata, con la quale sarebbe dovuto convolare a nozze fra un anno e mezzo, nonostante il loro rapporto negli ultimi tempi fosse tutto fuorchè idilliaco. Un malessere quello di Andreas, che aveva tutte le caratteristiche del male di esistere, una malattia presente nella sua psiche.
Amava le montagne, le Alpi, ha raccontato ai giornalisti un suo amico, tanto da decidere di terminare lì la sua breve esistenza, senza tener conto egoisticamente, che su quell'aereo non era l'unico a bordo. Da poco è giunta la notizia che la Germanwings risarcirà le famiglie delle vittime donando cinquantamila euro per ogni passeggero.