L'occasione si è presentata con la partecipazione del presidente francese al Salone del Libro di Parigi e le dichiarazioni di Hollande sono state tutte e a favore dello scrittore italiano Erri De Luca, sotto processo presso la Procura di Torino. Gli intellettuali francesi si sono schierati apertamente dalla parte di Erri De Luca (scrittore molto apprezzato in Francia) e hanno preparato un appello per protestare contro le accuse ingiuste, secondo loro, delle quali è accusato dalla Procura italiana e difendere la sua libertà di espressione. All'appello hanno risposto in tanti, dall'ex ministro della Cultura Aurélie Filippetti all'editore Antoine Gallimard, e ultimo in ordine di arrivo ma non di importanza, il presidente francese.
Hollande ha dichiarato che "gli autori non vanno perseguiti per i loro testi" e ha proseguito dicendo che non entrava in merito alla vicenda perché è in corso un processo ma "in nome della Francia, egli deve sostenere sempre la libertà d'espressione e di creazione e nessun autore, francese, italiano o di qualsiasi nazionalità egli sia, deve essere perseguitato per i propri testi". Le dichiarazioni del presidente francese hanno creato qualche sconcerto in Italia, ma ancor di più in Francia in quanto la società che ha denunciato Erri De Luca è di proprietà dello Stato Francese. Alcune indiscrezioni di parte francese parlano di un prossimo ritiro della denuncia allo scrittore.
Perché Erri De Luca è sotto processo?
Lo scrittore napoletano, nel 2013, ha rilasciato un'intervista ad "Huffington Post" dove si è schierato nettamente a favore della protesta NOTAV, dichiarando sui contestatissimi scavi della Val di Susa per la costruzione della Ferrovia Alta Velocità Torino-Lione che "i tavoli del governo e le mediazioni sono falliti.
Unica alternativa è il sabotaggio". Le dichiarazioni di De Luca sono arrivate dopo un'estate difficile per la Valle di Susa, funestata da proteste dei presidi NOTAV locali ma anche da atti di vero e proprio sabotaggio, intimidazioni ai lavoratori dei cantieri e incendi e minacce alle società che operano gli scavi. Le dichiarazioni di De Luca sono state vissute dai presidi NOTAV come una sorta di avvallo a proseguire nella protesta.
La Società italo francese Lyon-Turin Ferroviarie (LTF) ha denunciato lo scrittore per le sue parole sul sabotaggio ed il processo, partito a gennaio 2015, è in corso presso il Tribunale di Torino. Lo scrittore rischia da uno a cinque anno di carcere se sarà riconosciuto colpevole. In un pamphlet pubblicato in Italia e in Francia, a gennaio 2015, con il titolo "La parola contraria", lo scrittore ha spiegato la sua posizione.