Si è concluso con 47 condanne, per un totale di oltre 140 anni di reclusione, e 6 assoluzioni il processo No Tav di Torino per gli scontri in Val Susa del 2011. La sentenza, giunta al termine di un processo durato quasi due anni, è stata letta dal giudice Quinto Bosio nella stessa aula bunker del carcere delle Vallette, utilizzata in passato per processi contro la 'ndrangheta e le Brigate Rosse. Gli imputati erano accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in relazione agli scontri con le forze dell'ordine avvenuti il 27 giugno e il 3 luglio 2011 presso il cantiere dell'alta velocità Torino-Lione a Chiomonte, in Val Susa.

Processo No Tav: gli scontri di Chiomonte

I fatti oggetto del processo risalgono al 27 giugno del 2011, con lo sgombro del campeggio allestito da migliaia di No Tav giunti a Chiomonte da tutta Italia, sui terreni dove, entro il 30 giugno, pena la perdita dei finanziamenti europei, doveva essere allestito il cantiere per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Ne seguirono scontri che sfociarono in una vera e propria guerriglia nei boschi dei dintorni che il 3 luglio causò quasi 200 feriti. Le indagini della Digos portarono ad individuare 53 presunti responsabili degli scontri, tutti presenti alla lettura della sentenza del processo No Tav.

Le accuse ai 53 imputati

Sono occorsi quasi due anni e 200 udienze per analizzare le posizioni di tutti i 53 imputati, accusati di lesioni, danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale, per cui erano state richieste pene variabili dai 6 anni ai 6 mesi.

La complessità del processo No Tav è testimoniata anche è occorsa oltre un'ora per la lettura della sentenza che ha condannato 47 imputati a pene variabili dai 250 euro di multa a 4 anni e sei mesi di reclusione, per un totale di oltre 140 anni di reclusione complessivamente inflitti.

Le reazioni dopo la sentenza

La lettura della sentenza ha scatenato le reazioni sia degli imputati, che hanno cercato di leggere un comunicato, che del pubblico presente che, dopo i cori di "liberi" e "vergogna" ha intonato "Bella Ciao"Gli avvocati dei militanti condannati hanno annunciato ricorso contro una sentenza definita "pesantissima" e "già scritta", contestando in modo particolare il fatto che non sono state ammesse nel processo le prove richieste dagli imputati, ledendo il diritto di difesa previsto dal Codice e dalla Costituzione.

Soddisfazione per la sentenza del processo No Tav è stata invece espressa dal Ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, secondo cui "la sentenza fa giustizia anche di tante coperture politiche e intellettuali, che hanno cercato di nobilitare la violenza con assurdi richiami alla Resistenza". Nel frattempo, fuori dell'aula, i militanti No Tav si sono riversati nell'adiacente corso Regina Margherita bloccando, con una manifestazione improvvisata, l'accesso alla Tangenziale di Torino.