La Russia era pronta a dichiarare l'allarme atomico.

E' stato il presidente Putin a fare queste dichiarazioni in un documentario trasmesso dalla televisione di stato russa per celebrare il primo anniversario dell'acquisizione della penisola del Mar Nero da parte di Mosca. Il documentario è stato caratterizzato da un'intervista in cui Putin ha tra l'altro ammesso "eravamo pronti a farlo" quando gli viene chiesto se avesse avuto la volontà di impiegare l'arsenale nucleare russo.

"Il popolo russo vive lì", ha detto riguardo la sua politica verso la Crimea dopo la caduta dell'ex leader filorusso dell'Ucraina, Viktor Yanukovich. "Erano in pericolo e non li potevamo abbandonare."
Il documentario verteva attorno ai 10 giorni di assenza del leader russo dalla vita pubblica. Putin è tornato in pubblico lunedì dopo un incontro con il presidente del Kirghizistan Almazbek Atanbayev a San Pietroburgo.


I commenti di Putin nel documentario evidenziano la gravità dell'allarme in Russia nelle settimane successive alla cacciata di Yanukovich dopo mesi di proteste di piazza, che hanno fatto aumentare il livello di violenza. L'ex leader ucraino, una volta fuggito, è stato accolto in Russia.


Nel frattempo le forze russe hanno preso il controllo delle strutture militari ucraine nella penisola, e dopo una frettolosa organizzazione si è svolto un referendum sulla secessione, ampiamente denunciato in Occidente come illegittimo. L'annessione si è poi conclusa il 19 marzo dello scorso anno.


Putin ha continuato dicendo che i suoi piani per un'operazione in Crimea sono iniziati dopo la fuga di Yanukovich. "Non abbiamo mai pensato di staccare la Crimea dall'Ucraina fino al momento in cui è iniziato il rovesciamento del governo. Yanukovich è stato vittima di un colpo di stato in quanto è apparso chiaro che il 75% della popolazione desiderava unirsi alla Russia".


Inizialmente aveva negato che le forze armate senza emblemi riconoscibili che avevano preso il controllo in Crimea fossero russe, ma Putin ha poi ammesso che lo erano. Ordinò infatti al ministero della Difesa di inviare personale di intelligence militare delle forze speciali, marines e paracadutisti per rafforzare la protezione delle strutture militari.


Della sua spiegazione su quanto avvenuto in Crimea, seppure giustificato dalla presenza di una maggioranza russa nei territori sotto il governo ucraino, rimane quella che viene vista come la minaccia di impiegare l'arsenale atomico tattico per difendere la penisola del Mar Nero, e questo preoccupa l'opinione pubblica.